17 I tuoi occhi vedranno un re nel suo splendore, contempleranno una terra sconfinata. 18 Il tuo cuore mediterà con terrore: «Dov’è colui che registra? Dov’è colui che pesa il denaro? Dov’è colui che ispeziona le torri?». 19 Non vedrai più quel popolo insolente, popolo dal linguaggio oscuro, incomprensibile, dalla lingua barbara che non si capisce. 20 Guarda Sion, la città delle nostre feste! I tuoi occhi vedranno Gerusalemme, dimora tranquilla, tenda che non sarà più rimossa, i suoi paletti non saranno divelti, nessuna delle sue cordicelle sarà strappata. 21 Ma è là che è potente il Signore per noi, regione di fiumi e larghi canali; non ci passerà nave a remi né l’attraverserà naviglio potente. 22 Poiché il Signore è nostro giudice, il Signore è nostro legislatore, il Signore è nostro re: egli ci salverà. 23 Sono allentate le sue corde, non tengono più l’albero diritto, non spiegano più le vele. Allora sarà divisa in grande abbondanza la preda della rapina. Gli zoppi faranno un ricco bottino. 24 Nessuno degli abitanti dirà: «Io sono malato». Il popolo che vi dimora è stato assolto dalle sue colpe.
Isaia 33,17-24

Tralasciando i riferimenti ai dominatori stranieri, oggi ci incantiamo nella visione promessa dal profeta: “I tuoi occhi vedranno un re nel suo splendore, contempleranno una terra sconfinata”. La promessa è già realtà: i nostri occhi contemplano il Signore nello splendore della sua regalità, sulla croce e nei cieli, e viviamo già in quei cieli nuovi e quella terra nuova che Dio ha creato proprio per noi. Il nostro cuore abita in Gerusalemme che, nonostante le dolorose vicende di questi decenni, è la città della nostra salvezza e delle nostre feste. “Là è potente il Signore per noi” poiché egli è giudice, legislatore e re. Un giudice il cui criterio determinante è la misericordia; un legislatore le cui leggi si riassumono e si riconducono a quella dell’amore fraterno; un re che si è messo incredibilmente a servizio dei suoi “sudditi”. Non solo ci ha salvati, ma ci permette di fare “un ricco bottino” della sua vita e dei suoi beni.
Si tratta di una nuova visione profetica, in contrasto con la precedente visione negativa di Gerusalemme (cap. 33, vers. 8 e 9). Ancora una volta la prosperità della città è legata al Signore che dimora in essa, dipende da Lui (vers. 20-21). Gerusalemme è salvata e protetta non da sue presunte forze e virtù, ma dal fatto che “il Signore è nostro giudice, il Signore è nostro legislatore, il Signore è nostro re”, ma soprattutto “Egli ci salverà”! (vers. 22). Il vers. 23 descrive una nave le cui corde sono allentate e che non ha più l’albero diritto. E’ la nostra condizione fragile e precaria. Ma i poveri, “gli zoppi faranno un ricco bottino”.
Dio vi benedica e voi benediteci. Francesco e Giovanni