9 Fermatevi e stupitevi, accecatevi e rimanete ciechi; ubriacatevi ma non di vino, barcollate ma non per effetto di bevande inebrianti. 10 Poiché il Signore ha versato su di voi uno spirito di torpore, ha chiuso i vostri occhi, cioè i profeti, e ha velato i vostri capi, cioè i veggenti. 11 Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dà a uno che sappia leggere dicendogli: «Per favore, leggilo», ma quegli risponde: «Non posso, perché è sigillato». 12 Oppure si dà il libro a chi non sa leggere dicendogli: «Per favore, leggilo», ma quegli risponde: «Non so leggere». 13 Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani, 14 perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l’intelligenza dei suoi intelligenti».
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Si tratta di un oracolo contro Gerusalemme alla quale viene profetizzata la venuta di eserciti stranieri che si accamperanno intorno ad essa, come anche Gesù stesso profetizzerà (vedi Luca 19,43).
Questo porterà Gerusalemme, ancora una volta descritta come una donna, a parlare prostrata dalla terra, dalla polvere.
Ma, dal ver.5, viene preannunciato il riscatto di Gerusalemme, la sua salvezza ad opera del Signore, che la “visiterà” (ver.6) con manifestazioni simili a quelle della rivelazione del Signore sul Monte Sinai al momento del dono della Legge (ver.6), in Esodo 19. Allora toccherà alle Genti , che marciano contro il Monte Sion, di risvegliarsi senza forze davanti alla manifestazione del Signore (ver.8).
Rispetto al testo precedente, e diversamente da un titolo del brano che incontro in una versione italiana, non solo “non capiranno”, ma piuttosto “capiranno di non capire”. C’è quindi un passo ulteriore rispetto al brano precedente. E è un passo positivo, perché piuttosto che non capire, è meglio capire di non capire. Il motivo di tale oscurità è esplicito: “Il Signore ha chiiuso i vostri occhi, cioè i profeti, e ha velato i vostri capi, cioè i veggenti” (ver.10). E’ esplicitamente impedita dal Signore la possibilità del rapporto con la Parola: infatti, “il libro è sigillato”, oppure chi dovrebbe leggere deve dire: “Non so leggere” (ver.12)!. La ragione profonda di tale impossibilità non è però un difetto subito e non voluto, ma è dovuto ad un’infedeltà profonda: “… questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani”!! (ver.13). E’ impressionante la profondità di questa osservazione, purtroppo così frequente anche in me! Il ver.14 conferma che non si tratta di un limite intellettuale ad impedire che la Parola giunga al popolo! Ma tutto è dovuto al fatto che il popolo non si pone in un rapporto sincero e umile con il suo Signore. Quindi, esplicitamente “perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l’intelligenza dei suoi intelligenti” (ver.14).
Dio vi benedica e voi pregate per noi. Francesco e Giovanni.
“Fermatevi…, accecatevi…, ubriacatevi…”: sono parole rivolte agli Assiri che in quel momento storico assediavano Gerusalemme; ma subito dopo, al v.10, i destinatari diventano gli abitanti della città, il popolo di Israele. Profeti e veggenti non parleranno più, e comunque la loro “rivelazione” (la visione del v.11) non può essere compresa, per l’incapacità di aprire il libro e di leggerlo. Così per noi, incapaci di “leggere” la Parola che Dio ci rivolge e anche il libro della nostra stessa vita. Perché il popolo di Dio non può capire? Perché “si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me”, dice il Signore. Ma come! – potremmo dire – Noi rispettiamo le leggi, seguiamo fedelmente i precetti della Chiesa… E qui il Signore ci dà una risposta drammatica, sconvolgente: “La venerazione che avete verso di me è un imparaticcio di precetti umani”! Quante regole, quante modalità di vita spirituale abbiamo attribuito a Lui, mentre erano “un imparaticcio di precetti umani”. Eppure, Gesù stesso lo aveva denunciato nel suo Vangelo. Ma, grazie alla bontà di Dio, c’è lui, Gesù, ad aprire i sigilli del libro, ad aprire le nostre orecchie in modo che possiamo ascoltare e capire. Ci dà speranza la conclusione nel testo del profeta: “Eccomi – dice il Signore -, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo…”.