1 Nell’anno in cui il tartan, mandato ad Asdod da Sargon re d’Assiria, giunse ad Asdod, la assalì e la prese. 2 In quel tempo il Signore disse per mezzo di Isaia, figlio di Amoz: «Va’, lèvati il sacco dai fianchi e togliti i sandali dai piedi!». Così egli fece, andando nudo e scalzo. 3 Il Signore poi disse: «Come il mio servo Isaia è andato nudo e scalzo per tre anni, come segno e presagio per l’Egitto e per l’Etiopia, 4 così il re d’Assiria condurrà i prigionieri d’Egitto e i deportati dell’Etiopia, giovani e vecchi, nudi e scalzi e con le natiche scoperte, vergogna per l’Egitto. 5 Allora saranno abbattuti e confusi a causa dell’Etiopia, loro speranza, e a causa dell’Egitto, di cui si vantavano. 6 In quel giorno gli abitanti di questo lido diranno: “Ecco che cosa è avvenuto della speranza nella quale ci eravamo rifugiati per trovare aiuto ed essere liberati dal re d’Assiria! Ora come ci salveremo?”».
Select Page
La città di Asdod aveva tentato di sottrarsi al dominio del re d’Assiria, ma invano. Essa, come tutti gli abitanti della Filistea e della Giudea, aveva fatto affidamento sulla forza militare dell’Egitto. In questo quadro si colloca il “segno” di Isaia: comparire “nudo e scalzo” tra i suoi concittadini. Il significato di questa azione simbolica è spiegato direttamente: “Così il re d’Assiria condurrà i prigionieri d’Egitto e i deportati dell’Etiopia, giovani e vecchi, nudi e scalzi e con le natiche scoperte…”(v.4). Questo era il trattamento riservato agli sconfitti deportati. Bella l’espressione finale del brano, in cui tutti si chiedono con timore e tremore: “Come ci salveremo?”. Il profeta lo fa capire: è vano riporre le speranze di salvezza in una qualche potenza umana, negli intrallazzi della politica, nei giochi delle alleanze contrapposte…; fidatevi di Dio, ponete in lui le vostre aspettative di salvezza. E’ una “verità” importante anche per noi: l’impegno umano di fronte alle vicende, a volte faticose, dolorose, della vita non può prescindere dalla presenza misericordiosa e amorevole del Padre. Questa si è manifestata pienamente nell’Uomo “nudo e scalzo” della croce.
La nota forte del testo di oggi è il totale coinvolgimento del profeta stesso nella profezia Dio vuole comunicare attraverso di lui. Non solo, quindi, parlerà, ma anche andrà “nudo e scalzo” (vers. 2) e quello che il profeta ha mostrato in se stesso sarà “segno e presagio per l’Egitto e per l’Etiopia”, per “i prigionieri d’Egitto e i deportati dell’Etiopia, giovani e vecchi, nudi e scalzi…” (vers. 4).
Tale sarà l’abbattimento e la confusione (vers. 5) di coloro che speravano di “trovare aiuto ed essere liberati dal re d’Assiria” e dicono dunque: “Ora, come ci salveremo?” (vers. 6).
Così la profezia di Isaia lo coinvolge fino a farne segno di una illusione dalla quale bisogna ritrarsi.
Dio vi benedica e voi beneditemi. Vostro Giovanni