1Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su Giuda e su Gerusalemme al tempo dei re di Giuda Ozia, Iotam, Acaz ed Ezechia.
2Udite, o cieli, ascolta, o terra,
così parla il Signore:
«Ho allevato e fatto crescere figli,
ma essi si sono ribellati contro di me.
3Il bue conosce il suo proprietario
e l’asino la greppia del suo padrone,
ma Israele non conosce,
il mio popolo non comprende».
4Guai, gente peccatrice,
popolo carico d’iniquità!
Razza di scellerati,
figli corrotti!
Hanno abbandonato il Signore,
hanno disprezzato il Santo d’Israele,
si sono voltati indietro.
5Perché volete ancora essere colpiti,
accumulando ribellioni?
Tutta la testa è malata,
tutto il cuore langue.
6Dalla pianta dei piedi alla testa
non c’è nulla di sano,
ma ferite e lividure
e piaghe aperte,
che non sono state ripulite né fasciate
né curate con olio.
7La vostra terra è un deserto,
le vostre città arse dal fuoco.
La vostra campagna, sotto i vostri occhi,
la divorano gli stranieri;
è un deserto come la devastazione di Sòdoma.
8È rimasta sola la figlia di Sion,
come una capanna in una vigna,
come una tenda in un campo di cetrioli,
come una città assediata.
9Se il Signore degli eserciti
non ci avesse lasciato qualche superstite,
già saremmo come Sòdoma,
assomiglieremmo a Gomorra.
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Devo e voglio innanzi tutto ringraziare tutti voi per come mi sostenete e mi accompagnate in questo modesto tentativo di farvi un po’ di compagnia nell’ascolto della Parola del Signore! Quanto bene io ne ricevo semplicemente per questo quasi quotidiano “indirizzo” del mio modestissimo rapporto con la Parola del Signore! Vi confesso che anche le “vacanze” della nostra corrispondenza per me non sono semplici, perché mi trovo più solo.
Oggi quindi, pur nella preoccupazione di esservi se non d’aiuto almeno non di ostacolo nel cammino quotidiano nella Parola di Dio, sono contento e molto grato al Signore che ci invita a “consolare” la nostra personale preghiera unendoci gli uni agli altri, e ognuno per tutti gli altri!
Ascolteremo i primi 39 capitoli di questo Libro che forse è stato scritto da tre diversi autori in tre diversi tempi.
Oggi voglio segnalarvi la prima Parola che incontriamo: “visione”! Alla lettera dice che Isaia “vide” tale visione!
E questo ci invita a riflettere su questo termine.
In italiano normalmente la “visione” indica un evento e un prodigio straordinario.
Legato a tutto il significato della profezia nella Bibbia, bisogna pensare piuttosto all’incontro tra il profeta e la realtà nella quale siamo immersi, e che il profeta, per dono di Dio, “vede” nella sua realtà profonda!
Siamo un po’ abituati che la profezia sia la capacità e la potenza di “vedere il futuro”!
Più che indovinare il futuro, il profeta ha dal Signore il dono e il compito di “vedere” e quindi di comunicare la realtà in tutta la sua portata e in tutte le conseguenze che se ne devono trarre, e quindi nella conseguenza che tale “visione” profetica esige in ogni persona e in tutto il popolo!
Accontentiamoci per ora di questa modesta spiegazione.
Il profeta è dunque quello che “vede” la realtà nella sua sostanza e nelle conseguenze che ne derivano e quindi nell’urgenza di “conversione” che la profezia esige!
Tale “visione” però non riguarda direttamente la realtà “visiva”, ma appunto entra nell’orizzonte privilegiato della Parola di Dio che deve essere ascoltata, e cioè accolta!
Per questo è prezioso il passaggio del nostro testo al ver.2 con il suo “Udite, o cieli, ascolta, o terra, così parla il Signore …” (vers.2-3)!
Il profeta è la persona che Dio rende capace di “vedere” con chiarezza il rapporto tra la Parola e la storia, e quindi tutto quello che la Parola illumina e giudica!
Al ver.3 è impressionante la severità del giudizio con il quale Israele viene accusato di non comprendere la Parola del Signore!
I figli di Israele “hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro”! (ver.4).
Israele viene paragonato ad una persona molto ammalata! (vers.5-6).
La terra è diventata un deserto! (ver.7)
Il Signore “ha lasciato qualche superstite”! Forse è quello descritto dall’immagine del ver.8: “la figlia di Sion, come una capanna in una vigna, come una tenda in un campo di cetrioli, come una città assediata”!
Senza la misericordia del Signore, già saremmo come Sodoma, assomiglieremmo a Gomorra”!! (ver.9).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Le prime due parole del libro indirizzano la nostra lettura e la nostra ricerca di luce: “visione”, poiché vogliamo vedere, conoscere e comprendere (v.3) le parole rivolte da Dio agli uomini e a noi, suoi figli, non meno “ribelli” degli israeliti di quel tempo. La seconda parola è il nome del profeta: Isaia, che significa “il Signore salva” o – dice la TOB – “salvezza del Signore”. E’ questa salvezza l’obiettivo di Dio, del suo accorato richiamo e del lamento che vediamo in questi versetti. Essi ci fanno entrare così bene nel pensiero e nei sentimenti di Dio: la delusione, perché i suoi figli non comprendono la realtà e abbandonano il Signore per seguire iniquità e corruzione; il dolore nel vedere questi figli “malati” dalla testa ai piedi,incapaci di curarsi, e la loro terra devastata… Ma il piccolo resto lasciato dal Signore sta a testimoniare che la salvezza si compirà, misericordia e grazia prevarranno e gli uomini torneranno sulla via della giustizia, corretti e confortati dalla Parola di Dio.