Mi dispiace trovare sempre più spesso dentro di me pensieri negativi e ostili nei confronti della popolazione straniera. Mi dispiace perché razionalmente so bene che si tratta di obiezioni che nascono non da un’analisi reale della situazione, ma dalla paura! Allora sono assalita dall’idea che noi cadremo in miseria per colpa di questi “invasori”. Allora penso scioccamente che i giovani stranieri porteranno via il lavoro ai miei figli. Don Giovanni, le dico queste cose brutte, perché voglio chiedere a lei un consiglio di sapienza che mi restituisca alla pace. Penso che lei non abbia mai ricevuto un messaggio così spiacevole. Di fatto, sono angosciata perché avverto che le mie paure sbagliate sono nella testa e nelle parole di molti.

Cara Signora, le rispondo volentieri perché il suo messaggio mi è parso non solamente umile e sincero, ma anche perché utile nel non ignorare un problema reale, e anche per cercare un modo di reagire positivamente. Dunque, grazie a lei! Le posso dire senza problemi che io ho avuto, e continuo ad avere, un grande aiuto che  mi evita di entrare nelle angosce che lei segnala. L’aiuto lo ricevo da Massimo, che è un mio fratello-figlio che da più di trent’anni vive con me e con le sorelle e i fratelli della comunità fraterna di preghiera di cui faccio parte e che mi custodisce e mi accompagna. Massimo è una persona molto ferita: non ha mai parlato, e ha bisogno di essere aiutato in tutto. Io faccio pochissimo per lui, ma gli voglio molto bene. Per me è un segno straordinario del Signore e della sua Pasqua di Passione e di Gloria. Poter fare qualcosa per lui mi aiuta moltissimo proprio verso il problema che lei mi comunica. Non c’è niente che ci possa aiutare più profondamente del piccolo servizio d’amore che possiamo rendere concretamente a qualcuno più ferito e più povero di noi! L’umile concretezza di un modesto segno d’amore che possiamo comunicare è un farmaco potente contro le nostre angosce, perché è concreto, è del tutto relativo alle nostre modeste possibilità, e nello stesso tempo ci immerge in quell’universo dei piccoli e dei poveri dove Gesù ha voluto abitare. Oggi è la festa dell’ Ascensione di Cristo al Padre, al quale Lui ha portato tutta la nostra povera umanità. Al Padre Gesù ha portato tutta l’umanità a partire dai piccoli, dai poveri e dai peccatori! Nell’umanità del Figlio di Dio abita tutta la nostra povera umanità ferita e sconfitta: perché il Signore vuole bene a tutti noi e ci vuole portare tutti a casa. La festa di oggi è per festeggiare fin d’ora il posto meraviglioso che l’amore di Dio ha preparato per tutti noi. Anche per noi che non ce lo meritiamo. Buona Festa anche a Lei, cara amica! E a tutti i miei amici della Domenica.

Giovanni della Dozza.

Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 28 Maggio 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.