12 Di nuovo Gesù parlò loro e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». 13 Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». 14 Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. 15 Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. 16 E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. 17 E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. 18 Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». 19 Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». 20 Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
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E’ così potente l’episodio che ieri abbiamo incontrato che, appartenga o no alla redazione originaria del testo giovanneo, introduce mirabilmente tutto quello che ascolteremo oggi e nel seguito. C’è infatti un’assunzione di responsabilità assoluta da parte di Gesù di tutto quello che riguarda il mistero di Dio. E bene lo esprime quello che Egli afferma al ver.12: “Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Se riflettiamo sulla vicenda della donna peccatrice, troviamo in lei le note forti che dicono la salvezza cristiana: l’azione salvifica di Dio, la sua misericordia infinita, l’incontro nuziale con Lui, la vita nuova… Quella donna diventa immagine meravigliosa della Chiesae e della nuova economia della salvezza che siamo chiamati ad annunciare e a testimoniare alle nazioni a partire dalla nostra realtà di peccatori graziati e di risorti alla vita nuova nella misericordia divina. Mi permetto di dire che la rivelazione di Gesù è talmente forte da porre la realtà non solo della nostra “vita nuova” in Cristo, ma di un “Dio nuovo”, mi si perdoni l’espressione, perchè assolutamente nuovo rispetto ad ogni concezione e rivelazione del divino. Per questo la domanda, la provocazione, e anche la contestazione di Gesù emergono in primo piano e diventano la suprema “scommessa”. Per questo tutto si raccoglie ora sull’affermazione che Gesù è il Figlio di Dio, che Gesù è Dio.
I vers.13-14 rivendicano l’impossibilità di una “testimonianza” di Lui, perchè Gesù è il principio, la fonte di ogni testimonianza. Quindi la fede in Lui, puro dono di Dio, si pone al principio di tutto! E Lui solo sa da dove viene e dove va: questo significa la sua relazione con il Padre, relazione essenziale e suprema “testimonianza”: testimonianza che il Padre e il Figlio reciprocamente si rendono. Per questo Gesù ribadisce, come più volte ha fatto, di non giudicare nessuno (ver.15), diversamente dai suoi interlocutori che giudicano “secondo la carne”, quindi con un giudizio vecchio che portava la donna peccatrice, simbolo dell’intera umanità, verso la morte. Ora tutto è guidato secondo il giudizio nuovo, di cui Gesù dice: “..il mio giudizio è vero, perchè non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato”(ver.16). E Gesù rivendica per questo la perfetta omogeneità alla Legge che chiede che la testimonianza sia verificata da due persone che testimoniano concordemente.
Può darsi che la domanda dei giudei – “Dov’è tuo Padre?” – sia banalmente ironica, ma è del tutto recuperata dalla risposta di Gesù che ribadisce il carattere assolutamente unico della relazione tra Lui e il Padre, al punto che non si può conoscere l’uno se non si conosce l’altro. Negando la divinità di Gesù, essi si chiudono alla conoscenza stessa di Dio!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Durante la festa delle Capanne, oltre al rito dell’acqua, aveva luogo anche il rito della illuminazione: si accendevano quattro candelieri giganti sulle mura del tempio, tanto che la città ne era illuminata. La luce era simbolo della Legge: guida del cammino e fonte di vita. Anche qui Gesù viene a capovolgere tutto: non la Legge, ma “Io sono” (affermazione di divinità) “la luce del mondo”… Chi segue Gesù, si appropria della “luce della vita”: come nel prologo, è la vita ad essere fonte di luce, partecipazione alla condizione divina, “vita nuova” in Lui. – Saltando all’ultimo versetto, leggiamo che Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro del tempio (v. 20). Era la banca più ambita del tempo, perché ritenuta la più sicura, “sotto la protezione divina” e la custodia dei sacerdoti: l’autore segnala così la presenza del grande avversario, l’idolo che affascina e sottomette a sè tanti uomini, il dio-denaro, causa di tante deviazioni idolatriche e di mortali negatività.
Ieri abbiamo letto che gli accusatori di Gesù, e della donna adultera, se ne vanno uno ad uno e lasciano Gesù da solo. Lo lasciano solo, nel suo pensiero e nella sua misericordia per quella donna. Oggi però Gesù dice: “Io non sono solo, perchè il Padre è con me!”. La solitudine di Gesù è causata dagli uomini che lo lasciano, ma Gesù li chiama dicendo: “Io sono la luce della vita! Chi segue me non camminerà nelle tenebre”. Gesù ci chiama alla stessa comunione che Lui ha con il Padre. Gesù oggi cita l’A.T. dicendo ai farisei: “Nella vostra legge è scritto che la testimonianza di due testimoni è vera”. E così in effetti si legge in molti passi dell’A.T. soprattutto a proposito di persone che vengono accusate, p.es.di omicidio. Dio aveva detto che non basta la testimonianza di uno solo per mettere a morte un presunto colpevole. Non si può cioè mandare a morte un uomo se non ci sono almeno 2 o 3 testimoni della sua colpa. Oggi Gesù usa queste parole non a proposito di una testimonianza di accusa, ma a proposito della verità della sua testimonianza su se stesso. Ciò che stupisce è che i due testimoni sono lui stesso e Dio Padre!,Ciò è di insegnamento anche per noi.Gesù svela oggi il senso profondo di quelle parole dell’A.T. nel senso che anche se 2 o 3 uomini, o tutti noi ci accordiamo su una testimonianza, ma essa non si accorda con la testimonianza di Gesù e di Dio, allora essa può essere ugualmente non vera. Saremo testimoni falsi anche se diremo in molti la stessa cosa, se non siamo concordi con la testimonianza vera di Dio. “E la testimonianza è questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel suo Figlio” (1Giov 5:10). Ma “Voi non conoscete nè me, nè il Padre! Se conosceste me, conoscereste anche il Padre” dice Gesù ai suoi oppositori (v. 19). E ciò che non conosciamo, è proprio ciò che Dio ci ha dato in Gesù, cioè la vita in Lui, come anche diceva alla donna samaritana, invitandola a riconoscere la propria sete e a saziarla in Gesù: “Se tu conoscessi il dono di Dio…” (Gv 4:10): Gesù è il “dono” di Dio agli uomini, la “luce di vita” e l’ “acqua viva” offerta gratis a tutti per la fede in Lui.
I0 SONO …la luce del mondo …chi e’ la luce ? Jahvé ..la luce del mondo…è Dio e’ Gesu’Cristo!