53 E ciascuno tornò a casa sua. 1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2 Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3 Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4 gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7 Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8 E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10 Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
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Ovviamente non sono in grado di disquisire sulla “legittimità” di questo testo che la critica non ritiene giovanneo. A me basta dire che si tratta di Parole divine di grande potenza, molto adatte ad introdurci in tutto quello che Gesù dirà nel seguito.
Mi fa molto pensare quello che ai vers.3-5 scribi e farisei mettono in opera. E’ come se loro stessi mettessero in dubbio la verità divina della Legge. Come se ci si trovasse davanti ad una Parola che è, e quindi pretende di essere, “Parola di Dio”, e nel contempo crea grossi problemi sulla sua applicabilità. Molti episodi di quello che oggi chiamiamo fondamentalismo si legano a questa difficoltà-impossibilità di connettere la Parola di Dio alla realtà umana nella quale viviamo. Sembra allora che questa Parola non sia più “adatta” e compatibile con il pensiero e la mentalità in cui viviamo. Come fosse divina ma disumana. Se fosse così, non sarebbe certamente Parola di Dio! Ma Gesù non accetta certo che ci sia un “superamento” della Parola ma, in Lui, il suo pieno adempimento.
E’ questo che mi induce a dare una spiegazione al famoso “scrivere col dito per terra” che suscita miriadi di spiegazioni. Questo gesto mi fa pensare a profezie come Geremia 31,31-34, che disegnano la nuova alleanza e i tempi futuri come quelli di una Legge non più scritta su tavole di pietra, ma nel cuore stesso dell’uomo. E’ un Dio ormai pienamente chinato verso la terra che scrive la sua Parola nel cuore dell’uomo con il dito e il dono dello Spirito.
La prima grande novità – che non è una novità(!) – è che al mondo non ci sono peccatori e non peccatori, ma che tutti siamo peccatori, e tutti saremmo condannati, e quindi non si troverebbe chi possa eseguire una condanna e una pena. “Tutti sono stati costituiti peccatori” dice Paolo in Romani 5,19. In realtà non mi sembra che la Legge mosaica esigesse l’innocenza del boia, ma l’argomento di Gesù costringe tutti a mettersi nella situazione della donna peccatrice portata davanti a Gesù.
L’altro grande passo di Gesù è quello che scaturisce dal suo dialogo con la donna ai vers.9-11. Il suo rimanere solo con lei, dice innanzi tutto che Egli non se ne è andato con gli altri perchè veramente è “senza peccato”. Quindi lui potrebbe punirla e condannarla secondo la Legge. Ma la Legge ha messo tutti sotto il peccato per mettere tutti sotto la misericordia divina. Questo è quello che Gesù afferma con le sue parole: “Neanch’io ti condanno”! Egli è venuto non a giudicare, ma a salvare. Per la donna inizia la vita nuova non più schiava del peccato, perchè immersa nella misericordia di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Aggiungo alcune osservazioni (tra le varie che ho sentito fare e che più mi hanno colpito): 1. La donna adultera doveva essere una ragazzina di 12-14 anni; infatti, la condanna alla lapidazione era per la donna colpevole nel periodo della promessa, quando ancora non conviveva con lo sposo (dopo questa fase, la condanna era allo strangolamento). Immaginiamo allora una ragazza piena di paura e di terrore per quanto stava per capitarle. 2. Gesù scrive col dito per terra: don Giovanni ha dato una bella spiegazione, correlata a Geremia 31; lo stesso Geremia, al cap. 17, vers. 13, dice anche: “Quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere”. Anche a questa affermazione può riferirsi l’evangelista. 3. Scribi e farisei se ne andarono, “cominciando dai più anziani”: secondo il testo originale, non si tratta di una indicazione di età: si tratta dei “presbiteri”, quegli anziani che costituivano il Sinedrio, massimo organo di giudizio di Israele. 4. “Nench’io ti condanno”, dice Gesù: è un’affermazione scandalosa, pericolosa, che ci fa capire perché il brano sia stato spesso omesso o non commentato (per es. da alcuni Padri) per diversi secoli. Ma Gesù è un Signore che non giudica, non condanna: non ha fatto altro che comunicare vita, come fa tuttora.
Questo testo è importante a proposito del tema così rilevante nel vangelo di Giovanni – come già abbiamo potuto vedere – del rapporto tra la Legge e il Messia, e per precisare il compito della Legge. Nel dibattito-scontro tra i farisei e Gesù questo emerge spesso. Nel brano di oggi, questo è ancor più evidente, perchè Gesù si oppone ai farisei e ai loro pensieri. Gesù mostra che l’accusatore del fratello viene annientato, “viene gettato giù” – leggevamo ieri nella festa degli arcangeli a proposito della sconfitta di Satana, l’accusatore. E Gesù si china verso terra per due volte. Questo gesto di abbassarsi vuole forse dire il suo desiderio di condividere la nostra condizione di peccatori, e ciò che ne deriva. E per questo, quando si risolleva, può emettere un giudizio giusto, o non giudicare. E facendo così per due volte vuole dire, la prima volta, che non condivide il giudizio e l’accusa degli altri; e la seconda volta, che Lui stesso, che giudicare potrebbe, non lo fa, ma piuttosto dà la forza per ricominciare di nuovo, per “non peccare più”. Gesù aveva detto infatti di non essere venuto per giudicare il mondo ma per salvare il mondo.