31 Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33 Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». 34 Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35 Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37 So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38 Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Giovanni 8,31-38

“Se rimanete nella mia Parola…” (ver.31) : questo verbo “rimanere” è molto importante nel Vangelo secondo Giovanni per descrivere la meravigliosa comunione tra il Signore e ogni credente. Una compresenza viva, piena di impegnato amore. Come è facile cogliere anche nel nostro brano, il discepolo è soprattutto quello che “rimane” nel Signore, come il Signore “rimane “ in lui.
Ed ecco allora il ver.32 con la sua affermazione di straordinaria importanza: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Sappiamo che il verbo “conoscere” non si limita ad un significato intellettuale del termine, ma dice una comunione intima e profonda. Una nuzialità!
Anche il termine “verità” è di profondo significato e di grande coinvolgimento, al punto di portare Gesù ad affermare: “Io sono la verità …” (Gv.14,6). Dunque una “verità” che è pienezza di potenza! Per questo dice: “La verità vi farà liberi”.
Ed è importantissima questa Parola che parla di libertà strettamente connessa ad un evento di “liberazione”! Qui siamo al cuore della rivelazione ebraica e cristiana, che non sempre il cristianesimo ha saputo conservare.
Non posso qui che accennare ad un tema-problema enorme, che stiamo vivendo con grande intensità nel Pontificato di Papa Francesco e quindi anche in questo Anno Santo della Misericordia. Ascoltiamo con attenzione la Parola di Gesù al ver.34: “Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato”, che sembra volerci dire che il peccatore è prigioniero del peccato, e che dunque, prima di esserne colpevole, ne è la vittima!
Il Signore non è venuto tra noi per condannare, ma per salvare. E salva il peccatore, liberandolo dalla schiavitù del peccato: “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero”!! (ver.36).
Le obiezioni che gli interlocutori gli rivolgono, sono continuate nei secoli della teologia e della morale cattolica. Ci troviamo ora in una straordinaria riforma della Chiesa, iniziata con il Concilio, e ora in grande svolgimento con Papa Francesco, e con i molti che ne sono felici partecipanti. Anche noi con il nostro foglietto!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni