41 Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42 E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». 43 Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. 44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. 48 Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50 questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Giovanni 6,41-51

Da un po’ di tempo mi colpisce molto che il “mormorare” e “la mormorazione” si esprimano nel testo ebraico della Bibbia con una terminologia che dice semplicemente “il parlare” (ver.41)! Come se davanti alla Parola del Signore si dovesse semplicemente accoglierla. Dunque, il “silenzio” come obbedienza! E invece il nostro “parlare” come un’ “ulteriorità” non buona: non si può “andare oltre” la Parola di Dio!
Tale mormorazione nasce dall’avere Gesù detto: “Io sono il pane disceso dal cielo”! I Giudei si scandalizzano per questo suo dire di essere disceso dal cielo.
Mi chiedo se non sia duplice il motivo di questo “scandalo”: da una parte lo scandalo viene per quel “cielo” che è l’orizzonte di Dio da dove Gesù dice di essere disceso. Ma dall’altra mi pare che lo scandalo più profondo sia l’ipotesi stessa che Dio non resti dove è, ma appunto “discenda”!
E questo è il cuore della fede di Gesù Cristo! Questa “umanità di Dio” è inaccettabile! Essi conoscono l’appartenenza umana di Gesù! Come dunque Egli può dire “Sono disceso dal cielo” (ver.42)?
Questo Dio chinato verso di noi, uno di noi, e alla fine l’ultimo, il più piccolo di noi, non può essere Dio! Questo è il cuore della nostra fede! In Gesù Dio e l’umanità si sono pacificati e reincontrati in una comunione di cui la condizione paradisiaca di Adamo ed Eva era immagine profetica!
In Gesù si compie la piena rivelazione di Dio come Amore! Qui viene ribadito che questo è puro dono di Dio che non può essere conosciuto da noi: solo per grazia divina possiamo saperlo! Per questo Gesù ricorda le profezie messianiche che annunciavano i tempi finali, quando “tutti saranno istruiti da Dio”! (ver.45).
In alternativa radicale all’ipotesi “religiosa” di un’umanità elitaria capace di salire a Dio, Gesù annuncia un Dio-Amore che scende nell’umanità per salvarla!
Gesù proclama di essere “il pane vivo disceso dal cielo”! (ver.51). In radicale opposizione all’inganno e alla tentazione di mangiare il frutto proibito per “diventare come Dio” (Genesi 3), Dio, in Gesù, scende nella nostra povertà perché nutrendoci di Lui diventiamo figli di Dio: “Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.