9 Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10 Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? 11 In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13 Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Giovanni 3,9-15

Gesù fa notare a Nicodemo che un maestro di Israele dovrebbe sapere le cose che gli sta dicendo: la vita nuova nello Spirito, il nascere a questa vita nuova attraverso una esperienza “battesimale”, cioè di morte e risurrezione. L’insegnamento di Gesù é già presente nell’Antico Testamento. Gesù semplicemente mette in piena luce e porta a compimento la Parola antica.
Il “noi” con cui Il Signore si rivolge a Nicodemo può essere il segno che egli parla sempre in comunione con il Padre, come dirà esplicitamente più avanti, al vers. 34.
Il ricordo dell’episodio di Mosè che innalza il serpente nel deserto, in modo che i figli di Israele, colpiti dai serpenti velenosi per i loro peccati, volgendo lo sguardo al serpente di bronzo, avessero vita, é una bella immagine di quanto Gesù farà sulla croce, compiendo la vera giustizia di Dio. Non più una giustizia che premia e castiga, ma che salva i peccatori che si rivolgono al Signore.
Conclusioni. Siamo confermati dal vangelo di Giovanni di oggi che il Signore vuole farci fare un viaggio dietro a lui verso il sacrificio di amore, che compie tutte le Scritture.
Dio vi benedica e voi pregate per noi. F e Gv