23 I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. 24 Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice:
Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così.
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COMMENTO DI GIOVANNI E FRANCESCO
I soldati, secondo un uso di tempi, si dividono le vesti tolte a Gesù.
Il Vangelo di Giovanni mette però in rilievo che c’è anche una tunica senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Decidono quindi di non strapparla inutilmente ma di tirarla a sorte.
Non sappiamo chi sia e come si chiami il fortunato “vincitore”!
Ci resta la voglia di considerare come quella tunica diventi la realtà e il segno di un dono del tutto gratuito, e quindi ricevuto non per eventuali meriti o capacità!
Forse si interpreterà l’evento come un colpo di fortuna.
A noi piace vederlo come segno di quella “gratuità” assoluta che sempre accompagna i doni di Dio!
Così anche si adempie la profezia del Salmo 22,19 che dice: “Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte” (Sal.22,19)!
E’ bello allora constatare e quindi ringraziare il Signore per quello che arriva a noi non per fortuna, ma come sempre nuovo segno e conferma del suo amore per noi!
Dio ti benedica e vogliamoci sempre bene!
Francesco e Giovanni.