16 Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù 17 ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18 dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. 19 Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». 20 Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21 I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». 22 Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
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Venerdì 15 novembre 2019
Gv 19,16-22
COMMENTO
Non è facile interpretare il ver.16.
Pilato vuole che venga interrotta la strada di Gesù considerandola sbagliata e pericolosa anche per altri?
Oppure consegna Gesù ai suoi crocifissori perché porti a pienezza la sua obbedienza d’amore verso il Padre e verso tutta l’umanità alla quale il Padre ha mandato il Figlio per chiamare e accogliere la moltitudine di coloro che devono essere chiamati alla salvezza e alla vita nuova di figli di Dio?
In realtà è proprio per quest’opera universale di salvezza che Gesù si avvia verso il Golgota!
E anche l’iscrizione che Pilato fa porre sulla croce di Gesù sembra volerlo confermare, fino ad indurlo ad opporsi al pensiero e al parere dei capi dei sacerdoti dei Giudei che vorrebbero modificarla attribuendola ad una “ultima volontà” di Gesù che vorrebbe imporre ed attribuirsi un “titolo” che non gli spetta!
Pilato lo impedisce e il titolo di re dei Giudei – che forse Gesù non si attribuirebbe! – resta leggibile da tutti perché scritto sulla Croce nelle tre lingue più conosciute dai cittadini di Gerusalemme, l’ebraico, il latino e il greco, e quindi comprensibile in tutta Gerusalemme, e anche più in là!
L’autoritaria e autorevole affermazione di Pilato potrebbe essere considerata poco “diplomatica”, e quindi politicamente pericolosa per questo “strano” funzionario governativo che in questi giorni ho conosciuto meglio, e che istintivamente guardo con simpatia.
Per questo sono stato anche rimproverato da alcuni di voi, ai quali colgo l’occasione per chiedere scusa.
Giovanni e Francesco.