16 Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù 17 ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18 dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. 19 Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
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Il verbo reso in italiano con “presero” (ver.16) è presente altre due volte nel Vangelo secondo Giovanni, e sembra voler suggerire anche un’ “accoglienza”, e dunque il significato di una partecipazione solidale all’evento!
Manca qui la fragilità e la fatica di Gesù sottolineata dagli altri Evangelisti, che per questo ricordano anche Simone il Cireneo, costretto dai soldati a portare la croce di Gesù!
Qui, al contrario, sembra enfatizzato il suo portare la croce che addirittura direbbe che Lui la porta “da se stesso”!
Ed è Lui che “esce verso il luogo detto Calvario”.
Anche l’evento della crocifissione assume un tono quasi glorioso!
Gli altri due crocifissi con Lui non sono definiti malfattori: quasi ci fosse l’intenzione di considerarli e definirli suoi discepoli! Lui viene crocifisso “in mezzo” a loro! (ver.18).
L’iscrizione sopra la croce è fatta da Pilato stesso, e in ogni modo per sua diretta disposizione; in questo modo sembra tolto il senso di una colpa per la quale egli verrebbe crocifisso, oppure l’idea di una derisione.
Al contrario! Qui tutto sembra solennemente sentenziato. E’ una crocifissione gloriosa. Un’intronizzazione!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.