13 Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14 Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». 15 Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». 16 Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Seleziona Pagina
Ricordo una proposta di don Umberto Neri secondo il quale il “sedette” del ver.13 deve essere tradotto come verbo “causativo” come è reso il verbo “fece condurre fuori”, e quindi “fece sedere”: dunque non lui, Pilato, siede , ma, per deriderlo, Gesù viene fatto sedere in tribunale!
A conferma di ciò sarebbe anche la derisoria “presentazione” che egli fa di Gesù: “Ecco il vostro re”.
Ma quel suo dire “il vostro re” viene ormai del tutto superato dai Giudei, che, proprio come lui, possono e vogliono dire: “Non abbiamo altro re che Cesare”, mettendosi dalla stessa parte del governatore!
Dunque Pilato ha del tutto abbandonato Gesù ed esplicitamente si dispone ad acconsentire alla richiesta del popolo che vuole crocifiggere Gesù!
Così ognuna delle due “parti” attira a sé l’altra: i Giudei, per la dichiarazione dei capi dei sacerdoti, si dicono per Cesare, e Pilato consegna loro Gesù perché venga crocefisso.
Tutti sono nel peccato, e Gesù offre la sua vita per la loro salvezza!
Le note delle bibbie ci ricordano, “era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno” (ver.14), che siamo nel giorno e nell’ora nella quale viene eliminato tutto quello che nelle case non è “azzimo”, perché a Pasqua tutto deve essere nuovo.
E’ l’ora nella quale viene ucciso l’agnello della Pasqua!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
A proposito di “Litostrato” e “Gabbatà”, leggo belle considerazioni che mi piace riproporvi. Litostrato compare due sole volte nell’AT. In 2Cron.7: la gloria del Signore riempie il tempio e tutti si prostrano in adorazione sul pavimento (litostraton). Nel Cantico dei cantici 3,10-11, il litostrato è il luogo del re, dove è collocato il suo trono, “un ricamo d’amore delle fanciulle di Gerusalemme”. Il richiamo a questi due testi vuol suggerire che ora, in Gesù condannato e avviato alla morte, si manifesta tutta la gloria del Signore e si attua in pieno la sua regalità. – Gabbatà, a sua volta, è una delle tre parole aramaiche presenti nel quarto Vangelo, tutte in riferimento alla morte di Gesù: alla piscina Betzata gli avversari decidono che deve morire; Gabbatà è il luogo dove viene condannato a morte; al Golgota viene eseguita la sentenza. Gabbata alla lettera significa “gobba, altura”: infatti, “bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”, aveva detto Gesù.