13 Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14 Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». 15 Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». 16 Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Giovanni 19,13-16a

L’avvertimento minaccioso dei Giudei circa l’amicizia con Cesare ha ormai indotto Pilato a disfarsi di questo scomodo misterioso prigioniero. E’ l’ora della “farsa” giudiziaria. Una nota delle bibbie, del tutto attendibile, propone una traduzione che a quel “sedette in tribunale” preferisce “lo fece sedere in tribunale”. Dunque, non Pilato, ma Gesù seduto su quel trono del giudizio. Dato che la parola tradotta con “tribunale” indica il seggio sul quale si mette colui che giudica, può essere che Pilato a questo punto voglia irridere la regalità di Gesù facendolo sedere su quel seggio. Ma in realtà è Gesù il re e il giudice!
Il ver.14 collega quell’ora e quel giorno con la Pasqua dei giudei. Era l’ora nella quale dalle case veniva eliminato tutto ciò che è fermentato e lievitato, perché tutto a Pasqua deve essere nuovo, per celebrare il tempo nuovo della liberazione. Ed è l’ora in cui si cominciano a sacrificare gli agnelli pasquali. Giovanni che non ha narrato la cena come cena pasquale che evidentemente segue al sacrificio degli agnelli, pone la morte del Signore nell’ora del sacrificio degli agnelli, perché Gesù è l’Agnello di Dio, come già profetizzava e annunciava il Battista in Gv.1,29.
Pilato in certo senso “restituisce” alla folla dei Giudei quello che da loro ha subìto con il sospetto della sua non amicizia verso Cesare. Adesso sono i Giudei a dire che non hanno altro re che Cesare, e che dunque questo Gesù re deve essere crocifisso. Per Pilato Gesù è “il vostro re”. E’ dunque molto drammatica la conclusione: Gesù lo consegna a loro “perché fosse crocifisso”. Saranno materialmente i soldati romani a crocifiggerlo, ma a livello profondo sono i suoi a crocifiggerlo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà”. Se l’autore ci dà questi particolari, devono avere un significato. Litòstroto (Lastricato) compare due volte nell’AT. Nel secondo libro delle Cronache indica il pavimento presso il tempio, dove si stava manifestando la gloria divina. Il secondo testo è nel Cantico dei cantici e designa il trono del sovrano, Salomone. Ci viene suggerito quindi che ora è Gesù il luogo dove si sta manifestando pienamente la gloria di Dio ed è lui il re che si insedia sul seggio del giudice e sovrano. Grazie all’accorgimento letterario di cui si diceva ieri, sembra – nei versetti odierni – che Gesù stesso si insedi e proclami al suo popolo “Ecco il vostro re!” – Anche l’aramaico Gabbatà ci dà un importante suggerimento: indicando una “gobba” o “altura”, ci riporta all’affermazione di Gesù (“Il Figlio dell’uomo deve essere innalzato…”) e all’esecuzione, tra poco, sulla croce.
‘Non abbiamo altro re che Cesare’.
Ho trovato molto impressionante e drammatica questa affermazione.
Il Re d’Israele rinnegato e mandato via..a morire.
Avviene un pò questo nelle giornate distratte e agitate?
Chi è il Signore della nostra vita?