9 Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10 Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
11 Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
12 A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13 i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
Giovanni 1,9-13

La luce vera è quella che Giovanni, che non è la luce, ha testimoniato, come abbiamo ascoltato ai versetti precedenti. Gesù è questa luce “che illumina ogni uomo”(ver.9), e cioè rivela la vocazione divina di tutta l’umanità. E’ meraviglioso poter constatare che veramente ogni creatura umana porta in sé questa impronta divina. Ogni uomo e donna della terra è “illuminato” dal Verbo di Dio, ed è quindi in ogni caso posto in relazione con Lui.
Mi sembra si possa cogliere l’unità profonda del testo che oggi celebriamo nella nostra preghiera. Esso rivela che la fede, cioè l’accoglienza e la relazione con il Verbo di Dio, non è opera umana, ma è assolutamente dono di Dio: grazia! Questo viene verificato sia considerando la “storia” di questo incontro tra Dio e l’umanità che si compie in Gesù, sia nella vicenda profonda di ogni persona.
I vers.10-11 ricordano il non avvenuto incontro tra il Verbo di Dio, che è Gesù(!), e “il mondo”. Questo “mondo”, dice il ver.10, che “è stato fatto per mezzo di Lui”, “non lo ha riconosciuto”: questo verbo reso in italiano con “riconosciuto” penso sia meglio mantenerlo nel significato letterale “non lo ha conosciuto”, perché non si tratta solo di un non riconoscimento intellettuale o razionale, ma della relazione profonda, come propriamente significa nel linguaggio biblico il verbo “conoscere”. Quindi, la creatura non è capace di riconoscere e conoscere il Creatore. Il ver.11 dice che neppure “i suoi” lo hanno accolto. Questi “suoi” sono il Popolo della Prima Alleanza, e tutto il grande complesso profetico, etico e cultuale del Popolo di Dio. Quindi, anche per quello che riguarda la testimonianza di Giovanni che abbiamo incontrato ai vers.6-8, non si può pensarla come una via di accesso in sé efficace.
Solo la fede, di cui parla il ver.12 con l’espressione “quelli che credono nel suo nome”, è la fonte e l’orizzonte dell’incontro tra Dio e l’umanità. E questa fede è descritta come assolutamente non connessa con quello che l’uomo può mettere in opera. Infatti questa fede, mirabilmente e meravigliosamente descritta come il ”potere di diventare figli di Dio” non può essere suscitata né “dai sangui” (così, alla lettera!), cioè dalla potenza dei sacrifici, né “da volere di carne”, cioè da una potenza messa in opera dalle doti naturali della creatura umana, né “da volere di uomo”, che forse vuole dire di un’umanità spiritualmente dotata. Solo Dio può generare i suoi figli! Egli solo può compiere quello che nessuna volontà o dote o potenza umana materiale o spirituale può realizzare. Quindi “quelli che credono nel suo nome”, credono per grazia di Dio. Sarebbe ridicolo e violentemente ingiusto accusare e giudicare chi pensa e dice di non avere la fede.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.