6 Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
7 Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8 Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Dove il testo italiano dice, al ver.6, “venne”, sarebbe propriamente “avvenne”, e il termine, anche se inaccettabile in italiano elegante, è efficace e importante per sottolineare che Giovanni, la sua vicenda e la sua testimonianza, sono eventi della salvezza divina e non semplicemente avvenimenti e fatti qualsiasi della storia umana. Questo verbo l’abbiamo già incontrato ieri, al ver.3, dove si dice di tutto quello che “esiste”: anche qui l’uso del termine “avvenire” è efficace per collocare l’affermazione nell’orizzonte degli eventi della salvezza; non eventi qualsiasi, ma la storia che Dio edifica e conduce per la salvezza di tutta l’umanità.
Giovanni, infatti, è “mandato da Dio”. Non sono d’accordo con le note delle bibbie che pensano a questi vers.6-8 come “spostati” dal testo successivo dove si parlerà direttamente di quello che Giovanni dice e compie. Siccome siamo nel “Prologo” del Vangelo, cioè nella sua sintesi e nel suo indice essenziale, come ieri dicevamo, Giovanni deve essere presente proprio qui. Di lui si dice al ver.7, che “venne – qui è questo il verbo usato – come testimone..”. La sua testimonianza mi sembra abbia il significato potente di rappresentare e simboleggiare tutta la testimonianza della Prima Alleanza, quella che chiamiamo Antico Testamento, testimonianza essenziale per riconoscere e conoscere il Messia di Dio, Gesù! Giovanni “non era lui la luce”(ver.8), ma la sua testimonianza è assolutamente necessaria ed essenziale per la persona di Gesù, e per questo, nella persona di Giovanni, viene affermata la profezia di Israele, la cui essenzialità è resa esplicita con le parole: “…perché tutti credessero per mezzo di lui”. I “tutti” che arrivano a Gesù attraverso Giovanni siamo proprio tutti! Anche noi, oggi. Genesi, i Salmi, Isaia…qui raccolti nella persona e nella testimonianza di Giovanni, sono passaggio essenziale. E lo sono non una volta sola, per arrivare a Gesù. Ma sempre! Se la Chiesa emarginasse e dimenticasse il Vecchio testamento, perderebbe anche il contatto e l’incontro con il Signore Gesù!
Quindi, dice il ver.8, “non era lui la luce”, ma egli era ed è, alla lettera, “affinchè testimoniasse riguardo alla luce”. Senza l’Antico Testamento non c’è accesso a Gesù, come senza Gesù – e lo vedremo in seguito, se Dio vorrà – l’Antico Testamento, qui da Giovanni “rappresentato” e portato a suprema sintesi e forza, non sarebbe peraltro illuminato e compiuto. Spesso mi dicono che nelle nostre prediche noi preti “riduciamo” Gesù ad un elenco di regole. Se e quando questo avviene, è perché “estraniamo” Gesù dalla storia della salvezza che è arrivata fino a Lui, storia che è anche quella nella quale viviamo oggi. Allora purtroppo Gesù viene ridotto a regole che nulla hanno della Buona Notizia, cioè del suo Vangelo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Roberto
il 3 Maggio 2013 alle 11:37
“Giovanni” significa “misericordia di Dio”; era stato misericordia per sua madre sterile, Elisabetta… ed è misericordia per noi, cui attesta l’avvento della vita e della luce. Come abbiamo detto altre volte, si manifestano subito le strane vie di Dio: non sceglie un sacerdote, una persona importante e potente, ma un laico, una persona normale, frutto della sua misericordoia. Per farci un’idea di cosa sia questa luce annunciata, possiamo pensare al suo contrario, alla tenebra, di cui abbiamo tanta esperienza: una tenebra di negatività, di male, che avvolge tutti noi, uomini e donne della terra. In questa oscurità risplende ora la luce del Verbo; Egli stesso poi dichiarerà: “Io sono la luce del mondo”, ed è più facile per noi immaginare, sentire quella calda e amorevole luce avvolgente che ci viene da lui, dal Signore.
Dove il testo italiano dice, al ver.6, “venne”, sarebbe propriamente “avvenne”, e il termine, anche se inaccettabile in italiano elegante, è efficace e importante per sottolineare che Giovanni, la sua vicenda e la sua testimonianza, sono eventi della salvezza divina e non semplicemente avvenimenti e fatti qualsiasi della storia umana. Questo verbo l’abbiamo già incontrato ieri, al ver.3, dove si dice di tutto quello che “esiste”: anche qui l’uso del termine “avvenire” è efficace per collocare l’affermazione nell’orizzonte degli eventi della salvezza; non eventi qualsiasi, ma la storia che Dio edifica e conduce per la salvezza di tutta l’umanità.
Giovanni, infatti, è “mandato da Dio”. Non sono d’accordo con le note delle bibbie che pensano a questi vers.6-8 come “spostati” dal testo successivo dove si parlerà direttamente di quello che Giovanni dice e compie. Siccome siamo nel “Prologo” del Vangelo, cioè nella sua sintesi e nel suo indice essenziale, come ieri dicevamo, Giovanni deve essere presente proprio qui. Di lui si dice al ver.7, che “venne – qui è questo il verbo usato – come testimone..”. La sua testimonianza mi sembra abbia il significato potente di rappresentare e simboleggiare tutta la testimonianza della Prima Alleanza, quella che chiamiamo Antico Testamento, testimonianza essenziale per riconoscere e conoscere il Messia di Dio, Gesù! Giovanni “non era lui la luce”(ver.8), ma la sua testimonianza è assolutamente necessaria ed essenziale per la persona di Gesù, e per questo, nella persona di Giovanni, viene affermata la profezia di Israele, la cui essenzialità è resa esplicita con le parole: “…perché tutti credessero per mezzo di lui”. I “tutti” che arrivano a Gesù attraverso Giovanni siamo proprio tutti! Anche noi, oggi. Genesi, i Salmi, Isaia…qui raccolti nella persona e nella testimonianza di Giovanni, sono passaggio essenziale. E lo sono non una volta sola, per arrivare a Gesù. Ma sempre! Se la Chiesa emarginasse e dimenticasse il Vecchio testamento, perderebbe anche il contatto e l’incontro con il Signore Gesù!
Quindi, dice il ver.8, “non era lui la luce”, ma egli era ed è, alla lettera, “affinchè testimoniasse riguardo alla luce”. Senza l’Antico Testamento non c’è accesso a Gesù, come senza Gesù – e lo vedremo in seguito, se Dio vorrà – l’Antico Testamento, qui da Giovanni “rappresentato” e portato a suprema sintesi e forza, non sarebbe peraltro illuminato e compiuto. Spesso mi dicono che nelle nostre prediche noi preti “riduciamo” Gesù ad un elenco di regole. Se e quando questo avviene, è perché “estraniamo” Gesù dalla storia della salvezza che è arrivata fino a Lui, storia che è anche quella nella quale viviamo oggi. Allora purtroppo Gesù viene ridotto a regole che nulla hanno della Buona Notizia, cioè del suo Vangelo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Giovanni” significa “misericordia di Dio”; era stato misericordia per sua madre sterile, Elisabetta… ed è misericordia per noi, cui attesta l’avvento della vita e della luce. Come abbiamo detto altre volte, si manifestano subito le strane vie di Dio: non sceglie un sacerdote, una persona importante e potente, ma un laico, una persona normale, frutto della sua misericordoia. Per farci un’idea di cosa sia questa luce annunciata, possiamo pensare al suo contrario, alla tenebra, di cui abbiamo tanta esperienza: una tenebra di negatività, di male, che avvolge tutti noi, uomini e donne della terra. In questa oscurità risplende ora la luce del Verbo; Egli stesso poi dichiarerà: “Io sono la luce del mondo”, ed è più facile per noi immaginare, sentire quella calda e amorevole luce avvolgente che ci viene da lui, dal Signore.