9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10 Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. 11 Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
Dobbiamo tener caro il verbo “venire” presente due volte nel nostro brano, ai vers.9 e 11, perché, essendo un verbo di movimento tiene vivo che si tratta sempre di un “evento”, e non di un “dato”.
Ed è bello custodire questo verbo sia come “imperfetto” che dice un incessante ripetersi nel tempo, e come “passato remoto” che dice l’’evento nel suo concreto compiersi nella storia. Ma se questa vi sembra una mia inutile complicazione, non fateci caso.
La luce che viene nel mondo è quella “vera”, ed è quella che illumina la creatura umana nella sua preziosa particolarità: riprendiamo per questo il ver.4 di questo capitolo, che dice la luce come “la luce degli uomini”. Qui si precisa che tale luce “illumina ogni uomo”, ogni esistenza umana, di ogni condizione, e cultura e vicenda…
Noi abbiamo ascoltato al ver.3 che questa “luce” è il Verbo, e che “tutto è stato fatto per mezzo di lui”. Al ver.10 questo viene confermato: “Il mondo è stato fatto per mezzo di lui”.
Qui si pone il tema delicato del termine “mondo” e il suo significato. Nelle note delle bibbie si dice che il termine ha due significati: da una parte è la realtà creata da Dio, ma dall’altra è la realtà mondana che a Dio si oppone e che Dio giudica e condanna. Io sono portato a pensare che i due significati non siano opposti e staccati tra loro!
Al ver.10 non c’è quell’ “eppure” introdotto dalla traduzione italiana: “…eppure il mondo non lo ha riconosciuto”, ma semplicemente – e drammaticamente – un “e”! Il mondo creato da Dio non ama Dio: “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”.
E’ impressionante dunque ascoltare come, al contrario, il Signore lo accoglie! E’ il verbo che in Gv.14,3 dice: “… verrò di nuovo e vi prenderò con me”! Noi non lo accogliamo, ma lui verrà a prenderci con Sé! Quello stesso che noi rifiuteremo verrà a prenderci con Sé! Al nostro non riconoscerlo e non accoglierlo, lui risponderà con il dono di Sé!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Roberto
il 14 Maggio 2016 alle 15:38
Il mondo, il cosmo è la stupenda opera di Dio; ma è anche – come spiega Giovanni – la realtà mondana che a Dio si oppone. Com’è possibile non riconoscere (che nel linguaggio semitico equivale a non volere, non ammettere, non amare…) il proprio autore e creatore? – Il versetto seguente aggiunge che la Luce non venne accolta: si può tradurre – per capire meglio – “non assunta, non accettata, non ammessa”. E’ bello invece vedere nei Vangeli chi sono coloro che hanno accolto la Luce. E ne siamo sorpresi: l’hanno accolta i miscredenti, i pubblicani, le prostitute e perfino i pagani. Sorprendente il comportamento di Dio, ma anche quello degli uomini.
Stefano
il 14 Maggio 2016 alle 23:21
Questa luce che è nel mondo e per mezzo della quale il mondo è fatto, questa luce che è venuta in mezzo ai suoi lascia la libertà di non riconoscerla. Ma se non la si riconosce non la si può accogliere.
Mi sembra che il riconoscere la luce o il non riconoscerla non possa essere una volta per tutte quanto invece un quotidiano, attento aprire gli occhi. È la nostra comune esperienza: non sempre la riconosciamo e non sempre la accogliamo.
Dobbiamo tener caro il verbo “venire” presente due volte nel nostro brano, ai vers.9 e 11, perché, essendo un verbo di movimento tiene vivo che si tratta sempre di un “evento”, e non di un “dato”.
Ed è bello custodire questo verbo sia come “imperfetto” che dice un incessante ripetersi nel tempo, e come “passato remoto” che dice l’’evento nel suo concreto compiersi nella storia. Ma se questa vi sembra una mia inutile complicazione, non fateci caso.
La luce che viene nel mondo è quella “vera”, ed è quella che illumina la creatura umana nella sua preziosa particolarità: riprendiamo per questo il ver.4 di questo capitolo, che dice la luce come “la luce degli uomini”. Qui si precisa che tale luce “illumina ogni uomo”, ogni esistenza umana, di ogni condizione, e cultura e vicenda…
Noi abbiamo ascoltato al ver.3 che questa “luce” è il Verbo, e che “tutto è stato fatto per mezzo di lui”. Al ver.10 questo viene confermato: “Il mondo è stato fatto per mezzo di lui”.
Qui si pone il tema delicato del termine “mondo” e il suo significato. Nelle note delle bibbie si dice che il termine ha due significati: da una parte è la realtà creata da Dio, ma dall’altra è la realtà mondana che a Dio si oppone e che Dio giudica e condanna. Io sono portato a pensare che i due significati non siano opposti e staccati tra loro!
Al ver.10 non c’è quell’ “eppure” introdotto dalla traduzione italiana: “…eppure il mondo non lo ha riconosciuto”, ma semplicemente – e drammaticamente – un “e”! Il mondo creato da Dio non ama Dio: “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto”.
E’ impressionante dunque ascoltare come, al contrario, il Signore lo accoglie! E’ il verbo che in Gv.14,3 dice: “… verrò di nuovo e vi prenderò con me”! Noi non lo accogliamo, ma lui verrà a prenderci con Sé! Quello stesso che noi rifiuteremo verrà a prenderci con Sé! Al nostro non riconoscerlo e non accoglierlo, lui risponderà con il dono di Sé!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il mondo, il cosmo è la stupenda opera di Dio; ma è anche – come spiega Giovanni – la realtà mondana che a Dio si oppone. Com’è possibile non riconoscere (che nel linguaggio semitico equivale a non volere, non ammettere, non amare…) il proprio autore e creatore? – Il versetto seguente aggiunge che la Luce non venne accolta: si può tradurre – per capire meglio – “non assunta, non accettata, non ammessa”. E’ bello invece vedere nei Vangeli chi sono coloro che hanno accolto la Luce. E ne siamo sorpresi: l’hanno accolta i miscredenti, i pubblicani, le prostitute e perfino i pagani. Sorprendente il comportamento di Dio, ma anche quello degli uomini.
Questa luce che è nel mondo e per mezzo della quale il mondo è fatto, questa luce che è venuta in mezzo ai suoi lascia la libertà di non riconoscerla. Ma se non la si riconosce non la si può accogliere.
Mi sembra che il riconoscere la luce o il non riconoscerla non possa essere una volta per tutte quanto invece un quotidiano, attento aprire gli occhi. È la nostra comune esperienza: non sempre la riconosciamo e non sempre la accogliamo.