1 Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. 2 Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. 3 Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. 4 Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». 5 Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. 6 Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. 7 Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». 8 Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», 9 perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». 10 Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11 Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».
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COMMENTO DI FRANCESCO E GIOVANNI
Mi impressiona questo giardino che sembra essere stato preparato da una lunga frequentazione di Gesù e dei discepoli e che ora è luogo dove inizia la grande celebrazione della Pasqua, evento di salvezza per l’intera umanità di tutti i tempi!
La presenza di Giuda sottolinea l’importanza di questo luogo e di questo evento!
Il ver.3 sembra quasi ironico nel sottolineare il rilevante numero di armati che entra nel giardino con Giuda! Drammaticamente Gesù sembra non rilevare la presenza di quel suo discepolo che guida gli armati!
Alla domanda rivolta loro da Gesù essi rispondono “Gesù, il Nazareno”, e Gesù a sua volta: “Sono io!” (ver.5).
Se il traduttore avesse reso in italiano “io sono”, l’ineleganza dell’espressione ci avrebbe però regalato l’affermazione del Signore che provoca la caduta a terra di quelli che con Giuda sono venuti a catturarlo!
Il loro precipitare a terra è stato infatti provocato dal fatto che con quell’ “io sono” Gesù ha proclamato il Nome stesso di Dio, attribuendolo a Sé!
Quando Gesù ripete la domanda e riceve la stessa risposta, allora Egli aggiunge l’autorevolmente divina ingiunzione: “Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano” (ver.8), perché tali sono il potere e la potenza del suo sacrificio d’amore che è evento di salvezza per l’intera umanità come diceva al Padre: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato” (Gv.6,39)!
Pietro però reagisce con la spada della violenza contro Malco, servo del sommo sacerdote, ma Gesù lo rimprovera ricordando al discepolo e a tutti noi la sua offerta d’amore: “Il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?” (ver.11).
Dio ti benedica. Preghiamo gli uni per gli altri.
Giovanni e Francesco.