24 Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. 25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. 26 E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
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Le ultime parole della preghiera di Gesù al Padre, prima della grande memoria della sua Pasqua, ci confermano sulla finalità universale del suo sacrificio d’amore.
In quel “voglio” del ver.24 Egli esprime la determinazione divina a che “quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io”: tutta l’umanità, con la complessità della sua storia e con l’estrema molteplicità delle sue storie, delle sue fedi, dei suoi contrasti e conflitti, è tutta convocata al dono della salvezza per essere l’unica universale famiglia di cui Dio è il Padre e Gesù ne è il Salvatore e il Signore!
Gli ultimi quattro capitoli del Vangelo di Giovanni annunceranno tutto questo ad un esiguo numero di Persone, ma in realtà afferma il cammino della salvezza di tutta l’umanità e di tutta la creazione.
Tale sarà infatti il compito, l’obbedienza e la missione affidati al piccolo gruppo di discepoli che il Padre ha affidato a Gesù perché contemplino la gloria della sua risurrezione (ver.24).
Sono coloro che hanno conosciuto che Gesù è stato mandato dal Padre per l’opera di salvezza del genere umano (ver.25). L’amore sarà il frutto di tale opera (ver.26).
Dio ti benedica e benedica l’intera umanità. Francesco e Giovanni.