11 Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
Link all’audio dell’omelia partecipata dalla messa delle Famiglie della Visitazione a Sovere.
Oggi penso opportuno avvertirvi che ho dato uno sguardo rapido anche alla Parola che il nostro cammino prevede per domani. L’ho fatto perché la meraviglia che oggi riceviamo diventa nel seguito la ragione dell’odio del “mondo”. Per questo, dobbiamo ricevere il dono di oggi in tutta la sua immensità, e persino nella sua fisionomia “scandalosa”! Dunque è bene sapere che quello che oggi il Signore ci dice è assolutamente inaccettabile dalle sapienze mondane, e quindi da quella “mondanità” alla quale noi stessi non sfuggiamo!
Riprendiamo dal ver.11 dove si diceva che Gesù ci dice questa Parola per portarci alla pienezza della gioia. E al ver.12 notiamo con attenzione che quello che nei versetti precedenti erano “i comandamenti”, qui si raccolgono in un solo comandamento: “che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. E “come” lui ci ha amati? Ci ama “come siamo”! Non come “dovremmo essere”! Questo deve essere fissato al centro della nostra mente e del nostro cuore. Questa, si deve dire, è la grande “eresia” del Cristo! La sua Croce d’amore precede ogni vicenda e ogni condizione umana. Nella stessa formula della Consacrazione nella Messa si dice che il Calice del suo sangue Egli lo versa “per voi e per tutti”(!!). E il ver.13 conferma mirabilmente tutto ciò, già “estendendolo” a noi tutti: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Cos’ è Dio? E’ il supremo e totale amore! Ma in questo momento Egli estende tale amore a noi. Siamo al grande “passaggio” di Dio all’umanità. Siamo allo “scandalo” religioso che capovolge la fede cristiana secondo quello che la grande profezia ebraica già annunciava: non la “salita religiosa” dell’umanità verso Dio, ma la “discesa” del Dio d’Israele che nel suo Figlio Gesù scende nella nostra umanità fino alla morte. Devo qui anticipare che per questo il “mondo” odierà Gesù e i suoi discepoli. Ma, se Dio vorrà, questo lo considereremo domani. Oggi però dobbiamo essere già nel pensiero che l’annuncio meraviglioso di Gesù, per il mondo non è per niente meraviglioso.
Allora, Gesù dà la vita per i suoi amici, abbiamo ascoltato al ver.13. Ma adesso ascoltiamo al ver.14: “ siete miei amici…”. Noi poveretti siamo amati da Lui, che ci considera suoi amici. E adesso siamo chiamati a considerare Lui il nostro Amico, facendo ciò che Egli ci comanda. E qui c’è un’inserzione sorprendente e meravigliosa con la spiegazione di come Lui intenda qui il termine “amici”, diversamente da come ci aveva detto in Gv.8,31-36, dove alla condizione dello schiavo si contrapponeva quella del “libero”. Qui, invece, dice: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi”. Si tratta di un coinvolgimento radicale, assoluto. L’azione divina dell’Amore sino alla morte viene donato e affidato a questi “amici”, perché lo estendano a tutti con la loro testimonianza. Amici scelti con un compito ben preciso: “… perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”. E’ la prospettiva di un’intimità profonda con Dio stesso: “… perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda”. Così al ver.16.
Ed ecco infine, semplice, essenziale e divinamente luminoso, l’unico comandamento: “Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri”. Dio si è interamente comunicato e consegnato all’umanità nella persona di Gesù. Dio è tra noi e in noi. Nel nostro vicendevole donarci la vita.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La registazione dell’omelia partecipata del ritiro a sovere
https://www.famigliedellavisitazione.it/wp/wp-content/uploads/2013/08/gv15-11-17omelia-partecipata-ritiro-201308.mp3
46 minuti 11 MB
Vi ho detto queste cose – dice Gesù – perché la gioia, quella mia, sia in voi. Condividiamo dunque con lui la sua stessa gioia, quella che lui prova e vive! Già questo è un grande annunzio. Poi c’è l’altro: Non siete servi ma amici! Noi invece – diciamo la verità – siamo più propensi a inginocchiarci, a prostrarci davanti a lui, a servirlo… Ma chi di noi si inginocchierebbe davanti a un amico?… La ragione di questa amicizia con Gesù è una realtà sconvolgente: ci ha messi a parte delle sue cose intime, di ciò che egli condivide con il Padre; ci ha comunicato i “segreti” di Dio… – Infine, un’ultima osservazione: Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi. E qui siamo davanti a un grande mistero: chi di noi si sceglierebbe? Eppure, lui ci ha scelti e chiamati. Chi sceglieremmo tra le persone attorno a noi? Pochi ci soddisfano. Eppure Dio li sceglie e li chiama insieme a noi…