11 Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Giovanni 15,11-15

La meravigliosa immagine della vite e dei tralci e l’importanza straordinaria del verbo “rimanere” si raccolgono ora in pienezza nel comandamento dell’amore! Comandamento di tale valore e portata da convocare tutti i comandamenti: “Questo è il mio comandamento”! In questo comandamento ogni altro comandamento è compreso!
Tutti i comandamenti sono, come già dicevamo, vie, volti e modi dell’Amore!
E il comandamento dell’amore è stato prima di tutto l’esperienza d’amore che i discepoli hanno ricevuto e vissuto con Gesù: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”!
Ed entra ora nella Parola di Gesù il termine “amico, amici”.
Abbiamo incontrato due amici nel Vangelo di Giovanni: in Gv.3,29 Giovanni Battista, e in Gv.11,11 Lazzaro.
Ora tutti i discepoli sono chiamati “amici”. E vengono descritte da Gesù le vicende di questi amici!
Essi sono la vicenda d’amore suprema: “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (ver.13).
Come tali essi vivono della Parola di Gesù: “Voi siete miei amici se fate ciò che io vi comando” (ver.14).
L’appellativo “amici” qualifica la nuova condizione di coloro che dal Signore prima erano chiamati “servi”: “Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi” (ver.15)!
La vicenda d’Amore che unisce il Padre e il Figlio viene ora rivelata e donata ai discepoli-amici!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.