44 Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; 45 chi vede me, vede colui che mi ha mandato. 46 Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. 47 Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 48 Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. 49 Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. 50 E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
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In una sintesi suprema Gesù raccoglie il suo annuncio e il suo insegnamento in queste sue ultime parole, prima di entrare in quella Pasqua di croce e di gloria nella quale dona all’intera umanità e a tutta la creazione la pienezza dell’Amore divino e della salvezza.
Con successivi “passaggi” Egli proclama la perfetta comunione tra Lui e il Padre, e quindi il dono divino della Parola per la quale noi stessi, tutti noi, veniamo avvolti e coinvolti nel mistero di Dio!
Al ver.44 ribadisce che credere in lui è credere nel Padre che lo ha mandato.
Al ver.45 passa dal “credere” al “vedere”: ricordiamo come al ver.21 di questo capitolo anche alcuni “greci” volevano “vedere il Signore”. Il dono divino è veramente per l’intera umanità!
Al ver.46 Gesù specifica la finalità profonda della sua venuta nel mondo: affinché chiunque crede in Lui passi dalle tenebre alla luce! Ci ricordiamo del miracolo del nato cieco in Gv.9!
Gesù è costituzionalmente il Salvatore del mondo: “Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo”! (ver.47).
Ed ecco allora, potente, l’ingresso nella vita e nell’esperienza di tutti noi di questa sua Parola che Gesù ci dice e che noi da qualche anno cerchiamo di ricevere e di accogliere insieme!
Ogni giorno questa Parola annuncia ed esprime il giudizio divino della salvezza, per il quale celebriamo in noi stessi il dono della morte del figlio di Adamo e la risurrezione nostra come figli di Dio Padre, in Gesù!
Così ogni giorno, come “nell’ultimo giorno”: per questo io preferisco tradurre con “giudicare” il termine che in italiano è reso con “condannare”. E non lo dico per “buonismo”, ma perché mi sembra che noi ogni giorno sperimentiamo la meravigliosa “severità” di una Pasqua celebrata con Gesù e in Gesù, e quindi realmente la nostra Pasqua di morte e risurrezione, nella quale vogliamo coinvolgere tutta la creazione e tutta la storia!
Questa celebrazione quotidiana della Pasqua del Signore e di noi con Lui e in Lui, ha la sua realtà piena e la sua suprema potenza quando questa stessa Parola è celebrata nella Messa, che della Pasqua è la celebrazione suprema.
Dunque, per tutto questo, ecco il grande annuncio da parte di Gesù della comunione che lo unisce al Padre e della comunione che è donata anche a noi nel mistero e nella potenza della sua Parola che anche oggi Egli ci dice e ci annuncia (ver.49).
E tutto questo è, dice il ver.50, la “vita eterna”, che non è tanto e solamente la vita che non finisce mai, ma è la vita stessa di Dio! E’ quella vita che noi possiamo ricevere solo come dono della sua misericordia, di quella “misericordia di Dio” che è Gesù!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.