37 Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, 38 perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata? 39 Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: 40 Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca! 41 Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui. 42 Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. 43 Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio.
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COMMENTO DI CELINA
Per spiegare l’incredulità della gente oggi l’evangelista Giovanni usa due testi del profeta Isaia. Mi ha colpito questa scelta. Il primo testo citato (al v.38) è il primo versetto del capitolo 53 di Isaia, il quarto canto del servo del Signore, che subito dopo prosegue così: “È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza (in greco GLORIA) per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere.” (Is 53,2)
Il secondo testo è dal capitolo 6 di Isaia. Sono le misteriose parole che il profeta si sente dire, a proposito del popolo, proprio dopo aver contemplato il Signore. Il capitolo 6 si apre infatti così: “Nell’anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo: “Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua GLORIA”.” (Is 6,1-3).
Isaia dunque ha visto la Sua gloria e parlava di lui, ci dice il versetto 41. Ha visto Gesù sia nella visione celeste del capitolo 6 sia nella contemplazione dell’uomo dei dolori del capitolo 53, provato per la salvezza di tutti. Isaia ha visto Gesù, come già Abramo (Gv 8,56). E ha amato la sua gloria, a differenza di noi che spesso preferiamo la gloria degli uomini.