12 Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, 13 prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d’Israele!».
14 Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
15 Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto su un puledro d’asina.
16 I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte. 17 Intanto la folla, che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli dava testimonianza.
Seleziona Pagina
A seguito del “segno” della risurrezione di Lazzaro, il cap.12 celebra l’accoglienza – e anche il rifiuto! – di Gesù. Accolto nella casa dei tre fratelli di Betania (vers.1-11), ora viene accolto a Gerusalemme. Essendo ormai vicinissima la Pasqua , grande è “la folla che era venuta per la festa”(ver.12). Ma la festa assume ora il suo volto nuovo e pieno. E questo avviene senza che i discepoli possano comprendere queste cose (ver.16). Anche questa accoglienza è dunque un “segno” che si comprenderà quando Gesù sarà stato glorificato. Quello che caratterizza fortemente il “segno” dell’ingresso a Gerusalemme è la parte “attiva” della folla, che “prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando”(ver.13) e che lo accoglie come re messianico citando il Salmo 117(118),25. Le note delle bibbie dicono che questa acclamazione veniva pronunciata dai sacerdoti per benedire i capi del corteo che saliva al tempio. Oggi acclama veramente e finalmente “colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele”.
Se potete dare uno sguardo ai testi paralleli degli altri Vangeli vedrete come Giovanni sia molto più conciso, e soprattutto come Gesù sia il protagonista dell’episodio, senza partecipazione dei discepoli che qui appaiono più come semplici spettatori, e come coloro per i quali è dato questo segno, che appunto capiranno solo alla luce della Pasqua di morte e risurrezione di Gesù. E’ Gesù stesso a trovare l’asinello sul quale monta, per collegare l’ingresso a Gerusalemme con la profezia messianica di Zaccaria 9,9-10 che vi consiglio vivamente di andare ad ascoltare.
Il ver.17 collega fortemente l’ingresso di Gesù a Gerusalemme con la testimonianza diretta, data dalla “folla che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti”. Ormai siamo entrati nella Pasqua di Gesù che la risurrezione di Lazzaro ha preparato. Cana è stata il primo dei segni. Ora siamo alla fine. Questo conferma quanto la Pasqua sia assolutamente il cuore e l’apice di tutta la memoria evangelica di Giovanni: abbiamo ancora davanti a noi più di nove capitoli del testo evangelico!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.