1 Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2 E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3 Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. 4 Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5 «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6 Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7 Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
9 Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10 I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11 perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
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Il nostro brano ha testi paralleli in Matteo 26,6-13 e in Marco 14,3-9, e un testo di grande riferimento in Luca 7,36-50, ma custodisce particolarità che ne fanno un passo unico e caratteristico di Giovanni.
Tutto nel Vangelo secondo Giovanni converge verso la Pasqua e quindi verso la Croce e la Gloria di Gesù. E’ bene considerare con particolare attenzione episodi come questa cena di Betania, che offrono forti riferimenti alla Cena pasquale, che di per sé manca nel Quarto Vangelo e che peraltro si manifesta in queste altre cene, tutte fortemente eucaristiche, da Cana al miracolo dei pani fino a questa di Betania. Già il ver.1 ci conduce in questa direzione, sottolineando che essa si svolge “sei giorni prima della Pasqua, e nella casa di Lazzaro “che egli aveva risuscitato dai morti”.
L’espressione “fecero per lui una cena”(ver.2) mi piace molto perchè da una parte la presenta come una comune cena, ma dall’altra si arricchirà di gesti e parole fortemente “liturgici”: la liturgia non è separata dalla storia, ma ne è la “rivelazione” profonda, perché fa risplendere nella storia la luce della “storia nuova” che Gesù dona all’umanità. Il ver.2 evidenzia due elementi fondamentali della Cena: la diaconia di Marta e quell’essere “commensale” da parte di Lazzaro che tende verso la presenza di Gesù a quella cena e di noi come suoi commensali.
Ed ecco al ver.3 il gesto amante e adorante di Maria, la sua preziosità, la sua umiltà e il coinvolgimento in esso di tutta la casa: sembra voler dire che questo è il cuore e il significato profondo di quella cena. La protesta di Giuda e il giudizio severo dell’Evangelista su di lui sono anch’essi in riferimento alla passione, e propongono un’interpretazione interessante del tradimento di questo discepolo: si dice di lui che è “un ladro”, e il suo furto alla cassa comune mi porta a pensare che in realtà egli sia “ladro” nei confronti del Signore, in un atteggiamento di “invidia”, quasi volesse impadronirsi di quello che Gesù è. Ma non fidatevi mai delle mie interpretazioni soggettive.
Gesù difende ed esalta il gesto di Maria collegandolo alla sua passione e alla sua morte, come lei avesse celebrato anticipatamente quello che sarebbe avvenuto poi, anche se, per la verità, di questa unzione del corpo di Gesù il Quarto Vangelo non parla. E’ prezioso il riferimento ai poveri che mi sembra si possa interpretare non come una trascuratezza nei loro confronti, ma al contrario come la grande valorizzazione di ogni gesto di aiuto nei loro confronti. I poveri che, Gesù dice, “avete sempre con voi” devono essere serviti e onorati come Maria ha fatto con Gesù, che non sempre abbiamo con noi. Ma abbiamo i poveri come segno prezioso di Lui.
La cena di Betania, secondo i vers.9-11, e il suo legame con la risurrezione di Lazzaro, affretta e accresce il giudizio divino contenuto nella Pasqua di Gesù: la fede di molti e la determinazione dei capi ad ucciderlo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Che cena questa di Betania! Ci sono Gesu’, Lazzaro il testimone risorto dai morti, le due sorelle, Marta che continua a servire e Maria che profuma i piedi di Gesu’ e li asciuga in maniera quasi strana con i capelli( forse la cosa piu’bella che ha!), e infine Giuda l’uomo attaccato alle cose, il traditore, il ladro.Il profumo di nardo e’ il profumo di Gesu’ , un profumo di resurrezione,e’ il profumo in cui anche noi siamo immersi in ogni momento della nostra vita e spesso e’ mischiato all’odore della terra , della sofferenza del vivere e a volte anche del compromesso e del tradimento. Ogni nostro istante a me sembra un incrocio tra queste due cose , la Vita e la Morte, il nulla e la pienezza, la poverta’ dello spirito e la ricchezza delle cose. Al centro vi e’sempre una scelta ,la nostra.
Grazie Carmelo