11 Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12 Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13 perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
14 Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15 così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16 E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. 17 Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18 Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
19 Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. 20 Molti di loro dicevano: «È indemoniato ed è fuori di sé; perché state ad ascoltarlo?». 21 Altri dicevano: «Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi ai ciechi?».
Giovanni 10,11-21

Immagine fortissima quella del “pastore buono”, che esprime tale bontà e il suo amore per il gregge dando la propria vita.
Gesù è in modo assoluto l’anti-caino perché Caino uccide il suo fratello, origine di un’umanità dell’odio, dell’invidia e del conflitto. Gesù è il Salvatore che viene a rivelare e a donare all’umanità il mistero del Padre che è Amore e che manda il Figlio per la salvezza e la vita nuova dell’umanità secondo il primato assoluto dell’Amore.
Dio ama l’umanità così com’è, con tutte le nostre miserie e le nostre cattiverie, e per redimerla fa di Sé un’offerta d’amore. Gesù è la misericordia di Dio.
Non è mercenario e non fugge, ma si colloca in mezzo all’umanità offrendo la sua vita per tutti e per ciascuno. Il ver.16 rivela pienamente la dilatazione a tutta l’umanità dell’antica Alleanza d’amore con Israele (che viene chiamato “questo recinto”).
L’Alleanza d’amore tra il Padre e il Figlio è il principio e la certezza del progetto divino dell’amore: tutti ne siamo partecipi, sia come beneficiari, sia come testimoni e operatori: l’unico comandamento è quello dell’Amore.
Il cammino della storia è verso questa piena comunione d’amore, fino ad essere “un solo gregge e un solo pastore”.
E’ splendida la precisazione secondo la quale la vita di Gesù non gli è tolta, ma è da Lui data! (vers.17-18).
Il nostro brano si conclude con una ripresa della discussione sul fatto del cieco nato, e io penso che egli sia presente ad ascoltare come Gesù ha potuto liberarlo dalle tenebre: appunto donandogli Se stesso,, luce dell’umanità nuova.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.