«Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia.
Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”, ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”; costoro dimoreranno nella propria terra».
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L’invito che oggi il Signore ci rivolge nella sua Parola ci porta a considerare come l’evento della salvezza, che è fonte e cuore della fede di Israele e della nostra fede cristiana, sia una crescita e una progressiva illuminazione della storia umana fino alla sua pienezza in Gesù. Tale crescita è anche la nostra stessa crescita, personale e comunitaria verso una luce sempre più grande e una comunione sempre più profonda tra noi e il Signore.
La promessa divina a Davide di un figlio che avrebbe portato a compimento il dono di Dio, e che si è in certo modo realizzata in Salomone costruttore del Tempio, in realtà rimanda a tempi futuri, nei quali veramente il dono divino sarà nella sua pienezza
Tale è la promessa messianica che conduce la fede di Israele verso il Messia! Egli sarà “il germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio, ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra”. E la crescita del dono divino verso la sua pienezza farà crescere la fede la lode del Popolo di Dio: “Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele vivrà tranquillo”.
E quindi Dio stesso sarà conosciuto, creduto e amato con un’esperienza sempre più grande. E’ un’esperienza che tutti facciamo! Il dono che il Signore oggi rinnova per noi e in noi, ci fa crescere nella fede! E quindi “cresce” anche la nostra conoscenza di Lui e la nostra preghiera: “Verranno giorni nei quali non si dirà più…” E questo sarà perché, donandosi il Signore sempre più a noi, noi lo conosceremo, lo invocheremo e saremo in comunione con Lui in termini sempre più profondi e intimi e potenti!
L’esempio del profeta mostra come l’antica lode di Dio che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù egiziana ora fluisca nella lode per Lui che lo ha liberato dall’esilio di Babilonia.
E noi oggi camminiamo verso la nascita e la presenza tra noi del Figlio di Dio, che viene a liberarci dal Male e dalla Morte! E ancora mi permetto di insistere!! La nostra fede e la nostra comunione con il Signore, per grazia sua e malgrado noi, continua a crescere, non perché noi “avanziamo” o “miglioriamo”, ma perché Lui entra sempre più profondamente nella nostra vita!
Quindi: il Natale di quest’anno sarà ben più ricco e profondo di quello dell’anno scorso! Non in termini “meccanici” o “automatici”, ma perché il Signore avrà ancor più misericordia di noi e farà ancor più bello il “presepio” nel quale accoglieremo Gesù, il Figlio di Dio, che nasce tra noi come il più piccolo di noi, affinchè anche il più piccolo di noi non sia solo, ma sia da Lui preso per mano e condotto alla pienezza dell’amore e della pace.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.