15 Noi, che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, 16 sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. 17 Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, Cristo è forse ministro del peccato? Impossibile! 18 Infatti se torno a costruire quello che ho distrutto, mi denuncio come trasgressore. 19 In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, 20 e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. 21 Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano.
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Il “passaggio” decisivo per la salvezza dal regime della Legge a quello della fede in Gesù Cristo, oggi ci viene annunciato e donato alla luce della Pasqua del Signore Gesù, nella quale siamo stati battezzati!
Teniamo conto che il termine “battesimo” evoca la “sepoltura! La Pasqua di Gesù, è Pasqua di morte e risurrezione! La Pasqua del Signore che ci viene donata come la nostra stessa Pasqua è il principio della nostra vita nuova in Lui.
Il “noi” del ver.15 convoca la nostra attenzione sul Popolo della Prima Alleanza: “Noi, che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori…” (ver.15)!
Gli Ebrei sanno bene che “l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo”! (ver.16). Proprio per questo sono entrati nella “fede in Gesù Cristo”: “poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno”! (ver.16). Ed ecco allora l’immagine stupenda della Pasqua del Signore come fonte del dono di Dio per tutta l’umanità. Paolo lo annuncia come cuore della sua stessa fede e della sua vita nuova nel Signore: “Io sono morto alla Legge, affinchè io viva per Dio” (ver.19). Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me” (ver.20).
Viviamo dunque nella Pasqua del Signore, che è il principio e la sostanza della nostra vita nuova in Lui!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Siamo davanti a due caposaldi dell’insegnamento di Paolo. Il primo riguarda la nostra giustificazione, cioè la nostra salvezza: “l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo”(v.16). Non ci salvano non solo “le opere della Legge” ma semplicemente “le opere”, come Paolo scrive altrove: non sono le nostre buone azioni, i nostri meriti a salvarci, ma è l’opera gratuita e amorevole di Dio, che restaura in noi la sua immagine e ci mette a parte della sua stessa vita. E difatti ormai “non vivo più io, ma Cristo vive in me”: eccoci davanti a una delle affermazioni più straordinarie dell’Apostolo, una frase che sappiamo a memoria e che ci piacerebbe saper vivere! “Cristo vive in me… (poiché) mi ha amato e ha consegnato se stesso per me”! Certo, continua la nostra vita “nel corpo”, ma viviamo “nella fede del Figlio di Dio”, nella realtà dell’amore che Egli ci ha dato e comunicato.