19 Perché allora la legge? Essa fu aggiunta per le trasgressioni, fino alla venuta della discendenza per la quale era stata fatta la promessa, e fu promulgata per mezzo di angeli attraverso un mediatore. 20 Ora non si dá mediatore per una sola persona e Dio è uno solo. 21 La legge è dunque contro le promesse di Dio? Impossibile! Se infatti fosse stata data una legge capace di conferire la vita, la giustificazione scaturirebbe davvero dalla legge; 22 la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché ai credenti la promessa venisse data in virtù della fede in Gesù Cristo.
Post correlati
2 Commenti
Lascia un commento
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Le categorie
- Audio (918)
- Audio e Video (623)
- Dalla Chiesa e dal mondo (168)
- Giovanni scrive… (515)
- Giuseppe scrive… (2)
- Incontri e approfondimenti (442)
- La lectio quotidiana (4.520)
- Le nostre notizie (999)
- Letture domenicali e festività (804)
- Senza categoria (6)
- Video (149)
Telegram
Archivi
Gli ultimi articoli pubblicati
- Esodo 35,30-36,7
- Esodo 35,20-29
- Le Letture e i canti di domenica 26 marzo 2023 – V Domenica di Quaresima (Anno A)
- Annunciazione del Signore – 25 marzo 2023
- Omelia di d. Giuseppe Scimè – IV Domenica di Quaresima A – 19 marzo 2023
- Omelia di d. Andrea Bergamini – IV Domenica di Quaresima A – 19 marzo 2023
- Omelia di d. Francesco Scimè e d. Giovanni Nicolini – IV Domenica di Quaresima A – 19 marzo 2023
- Esodo 35,1-19
- Esodo 34,29-35
- Esodo 34,10-28
Un’interpretazione radicale – ma forse è quella corretta! – vede, nella risposta alla domanda “perchè allora la legge?” del ver.19, un aggiogamento della legge al regime del peccato,e quindi legge l’espressione “..fu aggiunta per le trasgressioni” come “fu aggiunta per provocare le trasgressioni”. Questo oppone l’interpretazione di Paolo alla tradizione giudaica che vede la legge come “siepe contro il peccato”. Non ci deve spaventare questo dramma! Esso ha nel suo orizzonte ultimo la promessa della salvezza “in virtù della fede in Gesù Cristo”, come dice il ver.22. Anzi, più fortemente dice che la salvezza è in virtù della fede “di” Gesù Cristo. E’ la fede di Gesù in noi quella che ci salva.
In questa direzione il fatto che la legge “fu promulgata per mezzo di angeli” é un limite della legge stessa. Il fatto che siano loro a promulgarla è ancora imperfezione e attesa dell’evento finale, quando sarà “una persona sola, e Dio è uno solo” la sorgente della salvezza, quando Dio farà all’umanità intera – e non solo al popolo ebraico come è per la Legge – il dono della sua paternità in Gesù Cristo. Come si vedrà nel brano successivo, la promulgazione della legge è interna ad un’economia di preparazione. Per questo al ver.22 Paolo dice che “la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato”, e quindi anche la Legge. La Legge cioè è interna – e in questo senso provvidenziale, voluta e data da Dio, anche se promulgata dagli angeli, come via verso il dono della fede di Gesù.
La legge non è quindi “contro le promesse di Dio”(ver.21), ma è funzionale ad esse, proprio perchè provocando le trasgressioni prepara il dono della fede. E’ dunque essenziale che la legge non sia “capace di dare la vita”, e costituisca quindi il rimando più severo verso l’unica salvezza, quella che viene “data in virtù della fede di Gesù Cristo”(ver.22).
Spero che non mi mandiate al diavolo per i miei discorsi confusi. Abbiate fiducia che il Signore vi consegnerà, attraverso la vostra preghiera, una luce di serena comprensione.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Sempre efficace lo stile di Paolo, sia quando pone un problema (“E allora, a che scopo la legge?… La legge sarebbe dunque in contrasto con le promesse di Dio?”), sia quamdo risponde con espressioni ardite e nette: “La legge fu aggiunta in vista delle trasgressioni”, essa non è “capace di comunicare vita…”, “Dio è solo nella promessa”. E comunque ribadisce il principio fondamentale, espresso con formule sempre nuove e forti: “…affinché apparisse che il bene promesso sarebbe stato dato ai credenti in virtù della fede in Cristo” o di Cristo (v. 22). La legge era stata data attraverso gli angeli (come affermavano anche i rabini) e con la mediazione di Mosè; quindi, non un dono “diretto” di Dio, e comunque con un compito provvisorio che vedremo meglio specificato nel testo di domani.