2 Esorto Evòdia ed esorto anche Sìntiche ad andare d’accordo nel Signore. 3 E prego anche te, mio fedele cooperatore, di aiutarle, perché hanno combattuto per il Vangelo insieme con me, con Clemente e con altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita.
4 Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. 5 La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! 6 Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. 7 E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
Ricordiamo che il verbo “esortare” del ver.2 significa anche consolare e difendere. Quando Paolo esorta queste due sorelle ad “andare d’accordo”, che non è indicazione solo di compotarsi concordemente, ma, ben di più, di accedere ad un medesino sentire, non si tiene all’esterno del loro problema, ma vi partecipa interiormente e internamente. Con la stessa intensa partecipazione l’Apostolo prega un suo fedele “cooperatore” (potrebbe anche essere il “nome proprio” di una persona, nome che dice il “portare il giogo insieme”) di aiutare queste due donne. Il verbo che esprime questo aiuto implica un atteggiamento profondo richiesto a chi aiuta: il verbo è usato per dire anche l’afferrare e il generare! C’è dunque una grande intensità in questa vicenda, che peraltro riguarda due persone che lo meritano, perchè “hanno combattuto per il Vangelo insieme con me”, cioè con lo stesso Paolo, con Clemente e con altri che hanno operato insieme, e “i cui nomi sono nel libro della vita” cioè sono scritti nel grande elenco di coloro che hanno pienamente accolto e celebrato il dono di Dio nello loro vita.
L’affermazione che genera e custodisce la grande esortazione dei vers.4-7 è al ver.5: “Il Signore è vicino!”. Non è più lontano, ormai è presente in noi e tra noi. Siamo al cuore della fede cristiana. Viviamo alla sua presenza. Celebriamo la sua presena tra noi in ogni tempo e luogo e atteggiamento della nostra vita. Non mi sembra si possa stabilire una gerarchia di importanza tra le parole che Paolo pronuncia per descrivere la vita cristiana. Accogliamole semplicemente nell’ordine con il quale si presentano nel testo. Siate lieti: esortazione che, per sottolinearla, Paolo ripete; e siate lieti “sempre”! E’ una sfida alta, perchè possiamo capire che ci siano momenti di letizia, ma ci sembra ci siano anche molti momenti di non-letizia! La provocazione sembra essere quella di una nota di letizia che non ci deve abbandonare mai. L’ “amabilità” del ver.5 indica fondamentalmente la bontà; ma qui dice una bontà espressa, manifestata; e manifestata a tutti: sia nota a tutti. Il ver.6 indica con forza e risolutezza il grande antidoto all’angoscia: la preghiera! E la preghiera nelle sue diverse forme e modalità: lode, supplica, ringraziamento.
Infine, al ver.7, la pace. Deve essere superiore ad ogni altra realtà esteriore ed interiore. La Pace è la suprema necessaria celebrazione di quella “presenza” del Signore che ci è stata annunciata prima con le parole “Il Signore è vicino”. La Pace è la comunione, tra noi e Dio. Il volersi bene: tra noi e Dio, e tra di noi. Non è una situazione, quanto piuttosto un’incessante azione, un evento ininterrotto! “La pace sia con voi” “E con il tuo spirito”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.