1 Per il resto, fratelli miei, siate lieti nel Signore. Scrivere a voi le stesse cose, a me non pesa e a voi dà sicurezza. 2 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare! 3 I veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, 4 sebbene anche in essa io possa confidare. Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: 5 circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; 6 quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile.
7 Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo.
Ho imparato in questi anni ad amare sempre di più il ritornare sulle “stesse cose” da parte della Parola di Dio. Non è ripetizione! E’ piuttosto conferma. E di più: é dilatazione dell’orizzonte del dono di Dio. E’ convergenza verso l’Uno, cioè verso la persona e l’opera di Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo. E’ il cogliere con crescente stupore come proprio la centralità della fede di Gesù consente di ritrovarlo in ogni frammento della creazione e della storia, e riempie ogni frammento della creazione e della storia con la sua presenza luminosa e la sua divina potenza di liberazione e di speranza. Così ascolto il ver.1 di questo nuovo capitolo.
E’ molto importante l’individuazione dei “nemici”, cioè di un “nemico” che sta in agguato anche dentro ciascuno di noi, ingannevole seduzione e principio di molti mali. La “nota comune” dei cani”, dei “cattivi operai” e di “quelli che si fanno mutilare” è quel “confidare nella carne” che è nemico della grazia di Dio, del dono di Dio, nemico di questa vita nuova nella quale tutto è grazia! Tutto è dono! Con bellissimo coraggio Paolo afferma: “I veri circoncisi siamo noi”! Non si tratta di una verità mai affermata. Profeticamente è quello che Israele ha sempre atteso! La salvezza viene dal Signore. Non ci sono opere da parte nostra che ne siano la causa e la garanzia. Come esempio tra i moltissimi, proprio in tema di circoncisione, andiamo ad ascoltare Deuteronomio 30,6 (e se avete tempo, ascoltate tutto il capitolo) e il suo fortissimo annuncio di una “circoncisione del cuore” che tutto restituisce all’opera di Dio e non ad un’opera nostra! Il ver.3 descrive con parole splendide il culto e il vanto dei “veri circoncisi” che celebrano tutto questo “senza porre fiducia nella carne”. L’intenzione che sta dentro a queste parole è fortissima! E tende a dire non solo che un pagano è accolto tra i figli di Dio in Gesù senza doversi circoncidere, ma che “non deve” essere circonciso! La circoncisione è ormai segno di un’economia dell’attesa e della preparazione, che in Gesù ha avuto termine. Non è quindi un atto di accusa nei confronti del mondo giudaico, ma nei confronti di quei giudei che, divenuti cristiani, pretendono che i pagani vengano circoncisi.
Mi permetto di dilungarmi su questo perchè non credo si tratti solo di un frangente storico, di un passato che per noi oggi non ha significato. Il rischio di “confidare nella carne” è sempre altissimo! E oggi più che mai tra noi cristiani. Il rischio cioè di oscurare la fede nella salvezza degradandola – e di fatto annullandola! – ad essere il risultato delle nostre osservanze e dei nostri adempimenti morali. Invece ogni atto cristiano e ogni adempimento morale non è “causa” della salvezza, ma “frutto” della salvezza che è sempre e solo dono di Dio. Anche quando si dice: Sì, però devi accettarla questa salvezza…ognuno di noi sa benissimo che anche l’accoglienza del dono…è dono! Scusate la barba di queste chiacchere! Voi consideratele solo come mio desiderio di ringraziare e lodare il Signore insieme a voi.
Riposiamo allora nel “vanto” di Paolo, un ebreo “doc”, che arriva a concludere: “..queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo”. E se qualcuno vi sospettasse di idee strampalate ed eversive, invitatelo a leggersi le memorie di una piccola carmelitana del lontano e “oscuro” tempo tra il diciannovesimo e ventesimo secolo che si chiama Teresa di Gesù Bambino.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.