1 Il re e Aman andarono a banchettare con la regina. 2 Il secondo giorno che si beveva, il re disse a Ester: «Che c’è, regina Ester? Qual è la tua domanda e quale la tua richiesta? Fosse anche la metà del mio regno, ti sarà data». 3 Rispose: «Se ho trovato grazia davanti al re, sia risparmiata la vita a me, secondo la mia domanda, e al mio popolo, secondo la mia richiesta. 4 Infatti siamo stati venduti, io e il mio popolo, siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi e fatti schiavi, noi e i nostri figli, per diventare servi e serve; ma io finsi di non udire, perché quel calunniatore non è degno del palazzo del re». 5 Disse il re: «Chi è costui, che ha osato fare queste cose?». 6 Ester rispose: «Un nemico: Aman è quel malvagio». Aman fu preso da terrore in presenza del re e della regina.
7 Allora il re si alzò dal banchetto per andare nel giardino: Aman si mise a supplicare la regina perché avvertiva di essere nei guai. 8 Il re ritornò dal giardino, e intanto Aman si era lasciato cadere sul divano supplicando la regina. Allora il re disse: «Vuole anche fare violenza a mia moglie in casa mia?». Appena ebbe sentito, Aman mutò d’aspetto. 9 Bugatàn, uno degli eunuchi, disse al re: «Ecco, Aman ha preparato anche un palo per Mardocheo, il quale aveva parlato in favore del re, un palo alto cinquanta cubiti, eretto nella proprietà di Aman». Disse il re: «Sia impiccato su quel palo». 10 Allora Aman fu appeso al palo che aveva preparato per Mardocheo. E l’ira del re si placò.
Questo “banchetto” che diventa tribunale di giustizia mi rivela la mia “lontananza” dal “banchetto” che anche oggi il Signore mi concede di celebrare. Infatti è impossibile non confrontare la Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore con il suo adempimento in Gesù. Mi chiedo quindi: come il “banchetto” di Gesù porta a compimento la profezia contenuta nel banchetto di Ester?
Molti termini sono comuni ai due banchetti: la preghiera (“qual’è la tua domanda e quale la tua richiesta”(ver.2); la condizione di Ester che “ha trovato grazia”(ver.3);la richiesta di salvezza dalla schiavitù e dalla morte(ver.4); il giardino; l’immagine nuziale e la sua profanazione; il palo al quale il condannato deve essere appeso-crocifisso. Il palo è stato preparato per l’innocente Mardocheo. La “giustizia” vi condanna il colpevole. Nel processo a Gesù si deciderà la liberazione di Barabba e la crocifissione del Figlio di Dio. Forse qui possiamo pregare e riflettere. La punizione del colpevole non è l’ultimo esito della giustizia. Anche perchè il colpevole, al ver.4, è chiamato “calunniatore”, traduzione del termine “diavolo”: il super-nemico! La “rivoluzione” operata da Gesù, quella che il malfattore pentito della Passione secondo Luca coglie perfettamente: “Noi riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”(Luca 23,41), stablisce nella morte dell’Innocente l’evento salvifico che vince il Male in modo pieno e definitivo.
La giustizia non è tanto la condanna del colpevole, quanto la sua salvezza per il sacrificio d’amore dell’Innocente. Il palo deve attendere un altro “Mardocheo”, l’innocente Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.