17k Anche la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempì la testa di ceneri e di immondizie. Umiliò duramente il suo corpo e, con i capelli sconvolti, coprì ogni sua parte che prima soleva ornare a festa. Poi supplicò il Signore e disse:
17l «Mio Signore, nostro re, tu sei l’unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, perché un grande pericolo mi sovrasta.
17m Io ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai preso Israele tra tutte le nazioni e i nostri padri tra tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto per loro tutto quello che avevi promesso. 17n Ma ora abbiamo peccato contro di te e ci hai consegnato nelle mani dei nostri nemici, perché abbiamo dato gloria ai loro dèi. Tu sei giusto, Signore!
17o Ma ora non si sono accontentati dell’amarezza della nostra schiavitù: hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli, giurando di abolire il decreto della tua bocca, di sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare, 17 pdi aprire invece la bocca delle nazioni per lodare gli idoli vani e proclamare per sempre la propria ammirazione per un re mortale.
17q Non consegnare, Signore, il tuo scettro a quelli che neppure esistono. Non permettere che ridano della nostra caduta; ma volgi contro di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo esemplare chi è a capo dei nostri persecutori.
17r Ricòrdati, Signore, manifèstati nel giorno della nostra afflizione e da’ a me coraggio, o re degli dèi e dominatore di ogni potere. 17s Metti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all’odio contro colui che ci combatte, per lo sterminio suo e di coloro che sono d’accordo con lui. 17t Quanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore!
17u Tu hai conoscenza di tutto e sai che io odio la gloria degli empi e detesto il letto dei non circoncisi e di qualunque straniero. 17v Tu sai che mi trovo nella necessità e che detesto l’insegna della mia alta carica, che cinge il mio capo nei giorni in cui devo comparire in pubblico; la detesto come un panno immondo e non la porto nei giorni in cui mi tengo appartata. 17x La tua serva non ha mangiato alla tavola di Aman; non ha onorato il banchetto del re né ha bevuto il vino delle libagioni. 17y La tua serva, da quando ha cambiato condizione fino ad oggi, non ha gioito, se non in te, Signore, Dio di Abramo.
17z O Dio, che su tutti eserciti la forza, ascolta la voce dei disperati, liberaci dalla mano dei malvagi e libera me dalla mia angoscia!».
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Rispetto alla preghiera di Mardocheo dei versetti precedenti, la preghiera di Ester è segnata da più grande drammaticità e insieme da profonda tensione nuziale. Proprio la solitudine di Ester di fronte al suo dramma la consegna più fortemente a Dio stesso. Lo stesso abito di penitenza sembra assumere un ruolo di seduzione, come se Dio dovesse commuoversi proprio per la miseria di questa donna sola. Così il ver.17,k.
Il testo originale accentua i termini per evidenziare quanto il mistero di Dio a la condizione di Ester si richiamino: “..Tu sei solo – dice alla lettera il ver.17l – ..vieni in aiuto a me che sono sola”. Questo sarà ripreso al ver.17t: “…sono sola e non ho altri che Te,Signore!”. Così, la drammaticità degli eventi esige e provoca una più forte e intensa comunione d’amore tra Ester e il suo Signore! Pensiamo a quanto anche Gesù evidenzierà che la sua solitudine, sopratutto nei tempi in cui tutti lo abbandoneranno, esprima in modo ancor più forte la sua comunione con il Padre.
Ester ripercorre la sua storia famigliare, nella quale ha ricevuto l’annuncio di come Dio abbia eletto Israele tra tutte le nazioni per farne la sua eredità. Certo, il popolo non è stato fedele a questo dono d’amore! Ma in questo momento Dio è chiamato ad esprimersi con tutta la sua giustizia di salvezza, giustizia che perdona e salva. Infatti, oltre che averli fatti loro schiavi, ora i nemici hanno deciso di sterminare i figli di Israele. Per questo hanno fatto un patto con i loro idoli. La loro ferma intenzione è quella di annientare il popolo per spegnere la lode che i figli di Israele innalzano al loro Signore; e per “aprire la bocca delle nazioni per lodare i loro idoli vani e proclamare per sempre la propria ammirazione per un re mortale”. In questo senso le “nazioni” comprendono bene come la realtà e la vita del popolo di Dio siano radicalmente opposte, e in questo senso nemiche, delle strutture portanti della mondanità e dei suoi idoli di potere. Che Dio non consegni il suo potere agli idoli “che neppure esistono”(!), e colpisca il persecutore di Israele. Continuiamo ad essere impressionati per l’attualità di tutto questo! Così i vers.17,m-q.
I vers.17r-t incrociano più volte la persona e la solitudine di Ester con il “noi” di tutto il popolo del Signore. Sorreggendo lei Dio salva tutto Israele. La preghiera di Ester, nei vers.17u-z, confessa e ribadisce la sua fedeltà piena al Signore pur in una vicenda e in una situazione totalmente esposta! Penso alla Parola di Gesù quando chiede che siamo nel mondo, ma non del mondo. La fede non ci isola dalla storia di tutti, ma ci immerge totalmente in essa, con la luce e la responsabilità del dono di fede che abbiamo ricevuto. Così fortemente compromessa e contaminata, Ester si è mantenuta fedele, e ha custodito la gioia per la sua comunione con il suo sposo e Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.