17a Poi pregò il Signore, ricordando tutte le gesta del Signore, e disse:
17b «Signore, Signore, re che domini l’universo, tutte le cose sono sottoposte al tuo potere e non c’è nessuno che possa opporsi a te nella tua volontà di salvare Israele. 17c Tu hai fatto il cielo e la terra e tutte le meraviglie che si trovano sotto il firmamento. Tu sei il Signore di tutte le cose e non c’è nessuno che possa resistere a te, Signore.
17d Tu conosci tutto; tu sai, Signore, che non per orgoglio, non per superbia né per vanagloria ho fatto questo gesto, di non prostrarmi davanti al superbo Aman, perché avrei anche baciato la pianta dei suoi piedi per la salvezza d’Israele. 17e Ma ho fatto questo per non porre la gloria di un uomo al di sopra della gloria di Dio; non mi prostrerò mai davanti a nessuno se non davanti a te, che sei il mio Signore, e non farò così per superbia.
17f Ora, Signore Dio, re, Dio di Abramo, risparmia il tuo popolo! Perché guardano a noi per distruggerci e desiderano ardentemente far perire quella che è la tua eredità dai tempi antichi. 17g Non trascurare il tuo possesso che hai redento per te dal paese d’Egitto. 17h Ascolta la mia preghiera e sii propizio alla tua eredità; cambia il nostro lutto in gioia, perché, vivi, possiamo cantare inni al tuo nome, Signore, e non far scomparire quelli che ti lodano con la loro bocca».
17i Tutti gli Israeliti gridavano con tutte le loro forze, perché la morte stava davanti ai loro occhi.
Seleziona Pagina
Tento di entrare almeno un po’ nel senso profondo della preghiera di Mardocheo, indicando quello che mi sembra il suo cuore più profondo. Mi sembra di coglierlo al ver.17b dove viene affermata la volontà di Dio. E’ la sua “volontà di salvare Israele”. Dico subito che non sono in grado di coglierne tutto il significato, ma mi sembra tuttavia di dover partire proprio da qui. E quindi mi chiedo: perchè Dio vuole in modo assoluto “salvare Israele”? E provo a rispondere: perchè Dio vuole liberare Israele da ogni dominio idolatrico per portarlo all’esclusiva, totale e gelosa relazione d’amore con Lui. Detto questo, proviamo a percorrere quelli che mi sembrano i tre passaggi fondamentali di questa preghiera.
I vers.17b-c sono la confessione profonda della fede di Israele nei confronti di Dio che è il Signore dell’universo: “Tutte le cose sono sottoposte al tuo potere….Tu hai fatto il cielo e la terra e tutte le meraviglie… Tu sei il Signore di tutte le cose…”. E’ in questo orizzonte che la preghiera afferma la volontà divina di salvare Israele. La salvezza è dunque la liberazione da tutto quello che, non essendo Dio, vuole diventarlo. Di fatto lo diventa. Tutto quello che seduce e inganna l’uomo presentandosi con prepotenza come “il signore”, o almeno “un signore”. L’idolatria è la potenza ingannatrice che spinge l’uomo fin dal principio a diventare Dio impadronendosi di Lui. Per questo Dio elegge il piccolo popolo d’Israele per farne il suo popolo: l’umanità ritrovata e ricollocata nel giardino perduto dell’intimità esclusiva e nuziale con Dio. Giardino perduto dalle origini, ma ora riaperto all’umanità fino all’evento supremo di Gesù.
Così, ai vers.17d-e, la preghiera afferma che “non per orgoglio, non per superbia nè per vanagloria” Mardocheo non si è prostrato davanti ad Aman! Ma perchè il popolo del Signore, e quindi anche Mardocheo, non può prostrarsi “davanti a nessuno, se non davanti a Te,che se il mio Signore”. Non si può adorare niente e nessuno.
Per questo, ancora una volta, Dio deve liberare Israele da chi lo tiene prigioniero o lo vuole annientare perchè questo popolo non accetta di prostrarsi davanti a chi non è il Signore. Tale è infatti l’esperienza originaria della fede d’Israele. Per questo dice: “Non trascurare il tuo possesso che hai redento per te dal paese d’Egitto”. Tutta la storia della salvezza è la storia di questa “liberazione” dall’idolo che di volta in volta si impone o con il terrore della sua potenza o con il fascino del suo inganno. I figli di Israele chiedono a Dio questa liberazione: “..cambia il nostro lutto in gioia, perchè, vivi, possiamo cantare inni al tuo nome”. L’unico grande fine di tutto è dunque la relazione d’amore tra Dio e il suo popolo, come profezia della liberazione di tutta l’umanità dal male e dalla morte, potenze supreme d’inganno e di morte, che asserviscono il cuore dell’uomo e la sua storia. La morte è il supremo idolo, sia perchè tiene prigioniera tutta l’esistenza umana con la paura, sia perchè si presenta come via di affermazione e di signorìa.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.