29 Quando Mosè scese dal monte Sinai – le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte – non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui. 30 Ma Aronne e tutti gli Israeliti, vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a lui. 31 Mosè allora li chiamò e Aronne, con tutti i capi della comunità, andò da lui. Mosè parlò a loro. 32 Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai. 33 Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. 34 Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato. 35 Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando fosse di nuovo entrato a parlare con lui.

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Mosè non è più solo un “trasmettitore” della Parola di Dio. La sua intimità con Dio è tale da farne un luogo e un modo della presenza divina per il popolo. L’ascoltare Mosè Dio che gli parlava era un coinvolgimento e una comunicazione della vita divina, significata dalla luminosità che rendeva “raggiante” la pelle del suo viso. E Mosè non è consapevole di questo fatto, secondo il ver.29.
Gli Israeliti che avevano avuto paura della luminosità divina del monte Sinai alla prima teofania, ora temono il volto raggiante di Mosè (ver.30), e “ebbero timore di avvicinarsi a lui”. Ma Mosè li chiama con forza e li chiama per parlare con loro, cioè per renderli partecipi di quanto egli ha udito da Dio sul monte ed è stato scritto sulle due nuove tavole: “egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai”. Dunque egli è il primo obbediente, che diventa colui che “comanda” a tutti i Figli di Israele. E tiene il volto scoperto sia quando ascolta Dio, sia quando parla al popolo. Si copre il volto con il velo quando finisce di parlare (ver.33).
Il ver.34 ci fa capire che l’incontro con Dio si ripete, non più sul monte ma nella tenda. Il ver.34 ci parla del suo entrare e del suo uscire da questa tenda. Il motivo del velo sembra collegato quindi al timore che lo splendore del suo volto suscitava nel popolo. Possiamo a questo punto considerare il mirabile testo di 2Corinti 3 e la diversa interpretazione che Paolo dà del nostro testo, per affermare la radicale diversità-novità della condizione cristiana rispetto all’antico patto di Mosè. Secondo Paolo Mosè si copriva il volto per nascondere il carattere effimero, passeggero di quella luminosità. Oggi tutti i cristiani sono illuminati di una luce che non passa, e anzi sono trasformati dallo Spirito ad immagine del Cristo glorioso. Invece gli ebrei che non riconoscono in Gesù il Messia di Dio continuano a leggere le antiche scritture con il volto velato.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il timore del v.30 è un timore “sano” e introduce al versetto che
segue, dove si potrebbe parlare di un “ritorno” di Aronne e dei capi a Mosè. E’ strano perché si potrebbe ovviamente dire che è Mosè che sta tornando. Però più profondamente sono loro che hanno bisogno di ritornare a lui, e attraverso lui a quella parola di santità di cui è depositario. Ma loro non potrebbero tornare, e la loro paura ne è il segno, se Mosè stesso non li chiamasse. Da notare che il termine del ritorno lo si ritrova anche nella interpretazione di 2Cor:3, dove al v. 16 si dice: “Ma quando ci sarà la “conversione” al Signore quel velo sarà tolto”
Rispetto al velo sul volto, evidentemente non si può prescindere dalla grande interpretazione di 2Cor:3.Rimanendo un po’ arretrati rispetto ad essa, si potrebbe anche considerare la castità di Mosè, che così facendo pone un limite alla visione pubblica della gloria riflessa sul suo volto, permettendola solo in assoluta e esclusiva relazione con la parola di Dio che egli riferisce al popolo (vv32-33; 34-35). Altrimenti essa rimane svelata solo nell’intimo e fondante rapporto con Dio.
Mi è piaciuto il fatto che Mosè si toglie il velo sia quando parla con Dio sia quando parla con i figli di Israele. Il suo volto è raggiante, luminoso, potente, glorioso, ascolta e trasmette la parola del Signore!
Questa “trasfigurazione” avviene anche in noi e tra noi quando ci vogliamo bene e ci scambiamo parole Sante.