25 E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, 27 e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.
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In alternativa radicale a tutte le culture mondane dove il rapporto dell’uomo con la donna è affermato con la potenza e la violenza del possesso, l’annuncio cristiano dona all’umanità l’amore dell’uomo per la donna come suprema celebrazione della Pasqua del Signore Gesù: “… amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei”! (ver.25).
La santità della Chiesa è il frutto e la fecondità dell’amore del Cristo per lei!
Senza addentrarmi troppo in considerazioni troppo grandi per me, mi sembra importante sottolineare che nel rapporto nuziale tra l’uomo e la donna, il loro amore sembra trarre la sua origine dal sacrificio d’amore di lui verso di lei!
Detto questo, sento il dovere di dire che fin da ieri mi sembra implicitamente affermata anche una forma di “reciprocità” profonda! Forse che anche lei non dona se stessa al suo sposo?
Tuttavia è meravigliosa questa sottolineatura del sacrificio d’amore del Cristo-Sposo che grida potentemente in un orizzonte dominato dalla violenza maschilista!
E per le nozze cristiane penso al preziosissimo ver.26 che descrive l’amore come opera della Parola. Dice infatti, alla lettera, che il Cristo rende santa la Chiesa “purificandola con il lavacro dell’acqua nella Parola”!
E’ con il lavacro della Parola che Cristo purifica e santifica la Chiesa sua Sposa, “per presentare a Se Stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata”.
Credo che questo debba quindi avere un posto importante nel rapporto tra lo sposo e la sposa.
Magari cominciando dal compito “nuziale” di noi preti che dovremmo essere ministri di questo “lavacro nella Parola”! Ma quanto e come lo siamo?
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.