17 Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri, 18 accecati nella loro mente, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro e della durezza del loro cuore. 19 Così, diventati insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza e, insaziabili, commettono ogni sorta di impurità.
Efesini 4,17-19

Mi limito oggi a mettere in evidenza che la denuncia di Paolo nei confronti dei “pagani” non è solo e non è tanto un problema “etico”, quanto, più profondamente, un dramma “spirituale”! Essi, infatti, sono prigionieri dei loro “vani pensieri, accecati nella loro mente, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro e della durezza del loro cuore”.
E’ bene osservare con cura queste parole, che certamente non giustificano comportamenti errati, ma li considerano inevitabile conseguenza di un’esistenza prigioniera delle tenebre.
Per questo, dice il ver.19, “diventati insensibili, si sono abbandonati ….”. Solo la fede in Gesù salva e preserva da queste follie idolatriche.
Mi permetto di insistere su questo, perché facilmente noi accusiamo comportamenti sbagliati, senza vedere quanto sia inevitabile, senza la fede, essere sedotti da “idolatrie” mondane che diventano forme come di perversa “religiosità”, miti e idoli del mondo!
Se date uno sguardo al ver.20 del testo successivo, subito vi accorgerete come l’Apostolo consideri decisiva la nostra conoscenza di Gesù, il Cristo del Padre. E chi non lo conosce, è esposto alla cecità e agli errori denunciati nel nostro brano.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni