18 Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. 19 Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20 edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. 21In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22 in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
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Viene ripreso oggi il ver.18 per ricordare che è il Signore Gesù il grande protagonista di questa “presentazione” reciproca di ebrei e pagani convertiti, “al Padre in un solo Spirito”.
E’ interessante questa figura di Gesù “muratore”, come fosse un po’ “un massone”, e quindi un edificatore “segreto” (ma ho sempre in mente un amico di mio papà, a Mantova, che distrattamente era uscito da una solenne liturgia della massoneria con ancora indosso il loro grembiulino da muratore! Altro che “segreto”!).
Nel brano precedente si citava Gesù come abbattitore del muro di separazione, e oggi lo si loda per come in Lui Dio edifichi la nuova casa che accoglie tutti, Israele e tutte le genti del mondo.
Così non ci sono più “stranieri e ospiti” (ver.19), e tutti siamo “concittadini dei santi e famigliari di Dio”: l’unica grande famiglia universale che ha Dio non solo come Creatore, ma come Padre!
Il merito di tutto questo lo ha la “pietra d’angolo”, Gesù, sulla quale è edificata tutta la casa dell’umanità, e che tiene in piedi e compatta questa casa: una “costruzione che cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore”.
Questo è il grande insegnamento e la grande divina potenza di Gesù, il Figlio di Dio, che ci guida nella nostra nuova condizione di figli di Dio e di fratelli tra noi.
Per questo vogliamo oggi partecipare con l’affetto della nostra povera preghiera al viaggio che domani Papa Francesco compirà insieme a due altri fratelli Vescovi di altra confessione cristiana, in mezzo a quei poveri che noi europei stiamo trattando come estranei e nemici, dimenticandoci che sono nostri fratelli, e fratelli privilegiati per la loro condizione di piccolezza e di povertà.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
E’ qualcosa di impensabile quanto anche i versetti odierni ci annunciano: “possiamo presentarci” a Dio come nostro Padre, “abbiamo accesso” a lui (dicono altre traduzioni), e questo ci lega, ci unisce gli uni agli altri! Ci presentiamo al Padre non come anonimi, sconosciuti, stranieri, migranti (così nella TOB)…, ma come suoi “familiari”: parenti stretti, anzi – come sappiamo – suoi figli. E tutti insieme diventiamo, gradualmente sempre più, sua abitazione, la bella casa che Lui abita. – Tanti drammi, tante ingiustizie e sofferenze ci circondano e ci rendono tristi e perplessi; eppure tutta la costruzione si va compiendo e completando, sicuramente e positivamente, per opera dello Spirito.