19 e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore. 20 Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, 21 al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. 22 Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: 23 essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.
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Il “noi che crediamo” del ver.19 diventa “la Chiesa” ai vers.22-23. Dunque, noi siamo la Chiesa! Lo siamo non per merito e opera nostra ma per l’opera di Dio, e quindi per “la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore”! Perché, lo sappiamo, anche la nostra fede è opera sua.
Questa potenza della sua azione Dio “la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione …” (vers.20-21). Dunque la risurrezione di Gesù, atto supremo della potenza divina è il principio e la potenza di risurrezione e di vita nuova per ogni vicenda della storia umana.
Tutto questo è stato affidato a noi, che siamo la Chiesa! A noi dunque è stata affidata la ferita della storia e la potenza della risurrezione di Cristo. La Chiesa è dunque “il corpo di Cristo”! In lei si incontrano il dramma della storia e la salvezza della Pasqua di Gesù. La Chiesa ha il compito di entrare e di raccogliere ogni dramma della storia per condurlo nella Pasqua del Signore.
Secondo la stupenda Regola di vita cristiana che accompagna la mia vita di povero peccatore, nella Liturgia e nella vita di ogni giorno noi celebriamo in Cristo “la morte della creatura e la risurrezione del Verbo incarnato”. La risurrezione di Cristo è il principio e la potenza della risurrezione di ogni ferita e di ogni dramma dell’umanità.
Da Cristo in poi, nulla deve essere condannato e tutto può e deve essere salvato! C’è da tremare! Noi siamo il segno e l’evento del dono della salvezza per tutta la storia e per tutto il creato.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Si nota che l’autore ricorre a espressioni “esagerate”, ridondanti per tentare di esprimere la grandezza e la forza di Dio: “la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore”. Questa potenza si è esercitata proprio “verso di noi”! – Quanto a Gesù, è bella ed efficace – tra tutte le altre “qualità” – quella di “capo” della Chiesa, di noi credenti: capo non solo come primo e guida assoluta, ma come capo di un corpo: immagine che dice tutta l’unione, la fusione tra Lui e noi, sue membra. L’ultimo versetto afferma che Egli è “il perfetto compimento di tutte le cose”: una frase che viene tradotta in vari modi; a me piace che Egli sia “il compimento di tutte le cose in tutte le cose”: ogni cosa, ognuno di noi trova e troverà in Lui la realizzazione completa, anche di quanto ora per tanti motivi non siamo in grado di realizzare.