10 Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. 11 Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. 12 La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. 13 Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove.
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Si può pensare che il “Signore” nominato al ver.10 sia Gesù, dato che quando si presenta questo verbo reso qui con “attingete forza” è quasi sempre il Cristo Colui che ci può dare tale potenza. Come Lui quindi ha lottato e ha vinto, anche noi possiamo farlo in Lui e con la sua potenza. Dunque, una lotta! Una grande battaglia! Una battaglia secondo la tradizione che segna tutta la storia di Israele, nella quale il nemico è sempre inevitabilmente più forte del piccolo popolo del Signore. Una condizione aggredita nella quale si può vincere solo con la potenza di Dio stesso! Quella condizione permanente di esposizione al nemico che non consente a Israele nessuna tesi pacifista. Anzi: se si desiste dal combattere, si soccombe inevitabilmente di fronte al nemico. Ora però tutte le antiche “battaglie” di Israele si rivelano come profezia dell’unica vera battaglia da combattere: quella contro queste “potenze”, che insidiano il dato fondamentale e assoluto del popolo del Signore, che è l’appartenenza a Lui, l’essere il suo popolo.
La rivelazione contenuta in questi pochi versetti è assolutamente fondamentale! E’ verità insieme semplice e ardua. Vedo che anche le note della Bibbia di Gerusalemme cedono ad una certa debolezza, quasi una vergognosa ritrosìa, e dicono essere tesi proprie dell’ “opinione degli antichi”. E’ un errore gravissimo, e quando la comunità ecclesiale perde questa lucidità scade in conclusioni inevitabilmente banali e crudeli. Come altre volte abbiamo sottolineato, il male è il Mistero del Male! Non è solo “qualcosa di male” che l’uomo decide di fare. E’ realtà negativa ben più potente dell’uomo e delle sue forze: La nostra battaglia infatti non è – alla lettera – “contro il sangue e la carne”, cioè contro forze umane come tali controllabili e vincibili(!), “ma contro i Principati e le Potestà, contro i Dominatori di questo mondo…contro gli Spiriti del male che abitano nelle regioni celesti (ver.12). Questa rivelazione è assolutamente fondamentale. Dal Serpente di Genesi 3 al pensiero negativo che magari in questo momento ci domina, il male si presenta sempre come potenza superiore all’uomo, potenza che solo Dio può vincere.
Per vincere, dunque, l’uomo ha bisogno della potenza di Dio stesso. Deve attingere da Lui la forza (ver.10), deve prendere “l’armatura di Dio”(ver.13), che verrà descritta nei versetti successivi. Da solo, sarebbe sicuramente sconfitto. Pensare di poter fare da soli è farisaico, orgoglioso e destinato alla sconfitta. Qui c’è il grande segreto del Signore: la nostra debolezza esige che “siamo con Lui”, e questo è il desiderio di Dio! Stare con noi e noi con Lui! Comunione nella prova e comunione nella gioia! Voi sapete che queste non sono fiabe da bimbi! Voglio segnalare, per scrupolo di coscienza, quello che succede quando non si tengono in suprema attenzione queste cose: del male non può essere accusato che l’uomo che l’ha fatto, ed egli deve essere punito. Ma siccome invece ha agito sotto il dominio del Male che l’ha vinto, l’uomo deve essere liberato, e solo Dio può questo!
La battaglia è peraltro inevitabile, perchè il Mistero del Male avversa l’uomo nella sua comunione con Dio, ne è invidioso, e più tale comunione è affermata, più forte sarà il suo attacco. L’uomo non soccomberà, solo perchè Dio combatte con lui e per lui. Sia al ver.11, sia al ver.13, i verbi usati esprimono la possibilità da parte dell’uomo di “stare” nella condizione luminosa nella quale l’amore di Dio lo ha collocato attraverso il sacrificio di Gesù.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Solo in Dio riposa l’anima mia;
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.
Solo in Dio riposa l’anima mia,
da lui la mia speranza.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio.
Salmo 61