6 Disposte in tal modo le cose, nella prima tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrare il culto; 7 nella seconda invece entra solamente il sommo sacerdote, una volta all’anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per quanto commesso dal popolo per ignoranza. 8 Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era stata ancora manifestata la via del santuario, finché restava la prima tenda. 9 Essa infatti è figura del tempo presente e secondo essa vengono offerti doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, colui che offre: 10 si tratta soltanto di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni carnali, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate.
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Come era difficile nell’antica economia “accedere” a Dio: quasi impossibile! Nella prima tenda entravano solo i sacerdoti; nella seconda, quindi più vicino alla divina Presenza, solo il sommo sacerdote, ma solo una volta all’anno e portando con sé il sangue dei sacrifici! Eppure, lo Spirito Santo anche allora operava: “intendeva così mostrare che non era stata ancora manifestata la via del santuario”. A questo punto la nostra mente corre immediatamente a colui che ha detto: “Io sono la via…”. E’ il Signore Gesù, che ci ha dato di poter accedere al Padre, senza limitazioni, senza gerarchie. Un Padre talmente vicino e presente da poter aver cura di noi, delle nostre esistenze, fin nei piccoli particolari. E il sangue? Dal costato trafitto di Cristo – dice Giovanni – uscirono sangue e acqua: segno della grande effusione dello Spirito, donato a tutti i credenti.
Il testo, che raccoglie il brano di ieri e quello di oggi, ci presenta il santuario-tenda dei tempi di Mosè e il culto che il popolo di Israele vi svolgeva dall’esodo fino ai tempi di Gesù. Da una parte si mette in evidenza la preziosità degli oggetti e dei gesti compiuti dai sacerdoti della prima Alleanza, a favore del popolo eletto, ma anche di tutti gli uomini. Dall’altra, si preannuncia che questo culto e alleanza sono provvisori, perché insufficienti a raggiungere il loro scopo ultimo, che é la remissione dei peccati e la “perfezione” degli offerenti. Il rischio di tutto questo culto era quello di un sistema di cui gli uomini potevano impadronirsi per conquistarsi da soli la salvezza. Gesù si inserisce in questa tradizione e la rinnova indirizzandola verso il sacrificio di sé, che dona una salvezza gratuita per tutti. Non si tratta di un sistema di regole e di leggi, ma di una storia: la storia della salvezza di Israele e di tutta l’umanità. Addirittura, salvezza di tutta la creazione e di tutta la storia. Anche noi oggi siamo chiamati ad ascoltare in ogni luogo e in ogni tempo la Parola che, nella piena rivelazione di Gesù, Dio ci dona. Dietro a Gesù siamo tutti in cammino, e quindi siamo tutti chiamati ad obbedire ogni giorno allo Spirito, che conduce ciascuno e tutti verso la pienezza del dono di Dio. É bello oggi ammirare con stupore e riconoscenza il cammino che lo Spirito di Dio dona ad ogni vicenda umana. La salvezza non é possesso, ma sempre dono della misericordia divina.
Dio vi benedica e voi benediteci. Giovanni e Francesco