26 Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. 27 Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. 28 La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.
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Scopriamo oggi la bellezza del Gesù pasquale: “santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli”. Separato dai peccatori, ma con loro, tra di loro, condividendo con tutti gli uomini i limiti e le fatiche dell’esistenza umana. Separato da ogni forma di male, ma solidale in tutto con noi. Il Figlio dell’uomo, che ha scelto di vivere tra i piccoli, tra i poveri della terra, e che si è messo a servizio di tutti, è ora elevato sopra i cieli. Ed “è reso perfetto per sempre”: in lui è il compimento definitivo della nostra salvezza attraverso quell’atto straordinario che l’autore della lettera indica con due semplici parole: “offrendo se stesso”.
Oggi la Lettera fa una presentazione del Sommo Sacerdote Gesù che potrebbe destare in noi un certo imbarazzo: Egli è “separato dai peccatori” (ver.26).
Spesso, infatti, i Vangeli ci presentano Gesù in comunione di mensa con i peccatori.
Noi crediamo che qui “separato dai peccatori” voglia dire lontano da ogni complicità con il peccato dei peccatori, secondo la distinzione di Papa Giovanni tra errante ed errore.
La potenza del sommo sacerdozio di Gesù viene dal suo sacrificio d’amore: Egli dona la sua vita per la salvezza del peccatore!
Il Figlio è “perfetto per sempre” (ver.28). Ma tale perfezione non è solo il suo non essere peccatore, ma anche l’offerta d’amore della sua vita per la salvezza del peccatore!
Siamo dunque tutti salvati!
Questa è la potenza d’amore del Figlio di Dio!
Dio ti benedica. Prega per noi . Francesco e Giovanni.