20 Inoltre ciò non avvenne senza giuramento. Quelli infatti diventavano sacerdoti senza giuramento; 21 costui al contrario con il giuramento di colui che gli dice: Il Signore ha giurato e non si pentirà: tu sei sacerdote per sempre. 22 Per questo Gesù è diventato garante di un’alleanza migliore. 23 Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo. 24 Egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. 25 Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
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Compaiono in questi versetti due termini rivelatori: indicano due azioni di Dio a noi decisamente favorevoli. Il giuramento: “Il Signore ha giurato e non si pentirà”! Come si è impegnato Dio con noi! Ha fatto una promessa solenne in nostro favore e non si pentirà mai di essersi compromesso così fortemente verso l’uomo. Comunque noi ci comportiamo, il suo amore è per sempre. – L’altro verbo indica un’azione di Gesù glorificato: intercede in nostro favore. Chissà com’è questo dialogo continuo tra Gesù e il Padre, a fargli presente la nostra situazione, la nostra fatica, le sofferenze in certi momenti dell’esistenza… Presso Dio Egli garantisce per noi, e ci aiuta perché non abbiamo a tradire il dono ricevuto e giungiamo alla pienezza della vita.
La Lettera oggi riprende il tema del giuramento. Lo scopo è quello di dare massima certezza della fedeltà di Dio alle sue promesse di salvezza per tutti gli uomini.
In 6,18 aveva parlato di “due atti irrevocabili”: il giuramento fatto ad Abramo (Gen 22,16-18: “si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra”) e quello fatto al Messia (Sal 110,4: “Ha giurato il Signore e non si pente: Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek”): al di là del comportamento degli uomini, Dio ha giurato due volte la sua fedeltà alle promesse di salvezza. Non vogliamo banalizzare nel nostro desiderio didefinire come assoluta la misericordia di Dio.
Rischieremmo di impoverire tutta la portata e il significato della salvezza stessa.
Però è splendido che oggi possiamo e dobbiamo entrare decisamente nel pensiero che non c’è vicenda e situazione della creazione e della storia che impedisca l’intervento divinamente potente del Signore!
Anche perché questo “intervento” è la Pasqua del Figlio di Dio!
E’ il suo sacrificio d’amore.
E’ l’obbedienza di Gesù al Padre fino alla Croce.
E’ il nome stesso di Dio. “Dio è Amore”!!
Questo grande dramma-evento della misericordia divina capace di abbattere ogni lontananza, ogni male, è il dramma meraviglioso della misericordia divina che in Gesù e nella sua Pasqua d’amore rivela e dona la salvezza che Gesù è venuto a donare nella sua obbedienza al Padre!
Quello di Gesù è “un sacerdozio che non tramonta” (ver.24)!
Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di Lui si avvicinano a Dio: Egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore” (ver.25).
Dio ti benedica. Vogliamoci bene! Giovanni e Francesco.