4 Quelli, infatti, che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e i prodigi del mondo futuro. 6 Tuttavia, se sono caduti, è impossibile rinnovarli un’altra volta portandoli alla conversione, dal momento che, per quanto sta in loro, essi crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia. 7 Infatti, una terra imbevuta della pioggia che spesso cade su di essa, se produce erbe utili a quanti la coltivano, riceve benedizione da Dio; 8 ma se produce spine e rovi, non vale nulla ed è vicina alla maledizione: finirà bruciata! 9 Anche se a vostro riguardo, carissimi, parliamo così, abbiamo fiducia che vi siano in voi cose migliori, che portano alla salvezza. 10 Dio infatti non è ingiusto tanto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che avete dimostrato verso il suo nome, con i servizi che avete reso e che tuttora rendete ai santi. 11 Desideriamo soltanto che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine, 12 perché non diventiate pigri, ma piuttosto imitatori di coloro che, con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse.
Ebrei 6,4-12

Oggi la Parola del Signore ci chiede di accogliere e di intrecciare due affermazioni che è necessario e bello verificare nella nostra umile e povera esperienza di vita e che si presentano come contradditorie e di per sé inconciliabili!
I vers.4-8 ci parlano di una caduta irrimediabile e i vers.9-10 annunciano la potenza della misericordia divina che non dimentica la bellezza e la bontà di chi è caduto!
Un po’ di preghiera su questa Parola mi orienta a pensare che è necessario e bello accogliere questa specie di “contradizione” del Signore che non può e non vuole dimenticare il lavoro e la carità di quelli che peraltro sono caduti nel peccato!
La misericordia divina è meravigliosa e incommensurabile!
La sua stessa “severità” è intimamente connessa con la sua comunione con noi peccatori.
Mi sembra importante e prezioso convivere sempre con questa ”severa misericordia” del nostro Signore!
Quello che per noi sarebbe impossibile è il segreto e la potenza della sua relazione d’amore con noi peccatori!
I vers.11-12 ribadiscono la volontà divina che ci ricorda come l’Apostolo stesso desideri che noi ritroviamo lo zelo della speranza e che siamo “imitatori di coloro che, con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse”!
Sento oggi forte ed esigente in me il desiderio di dirvi che sempre io sono esposto a questa mirabile “tensione” tra la severità del precetto e il calore divino della misericordia del nostro caro Signore!
Dio ti benedica. Prega per me e per Francesco. Giovanni.