14 Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
Ebrei 4,14-16

Nuove parole e nuove categorie di pensiero ci permettono di avvicinarci di più alla persona e all’opera del Signore Gesù: egli è “un sommo sacerdote grande”. Il termine che più ci aiuta può essere quello di “mediatore”, poiché compito essenziale del sacerdote è di essere tramite tra Dio e l’uomo. Gesù lo può fare perfettamente, poiché – dice l’autore – “è passato attraverso i cieli”, gode cioè della pienezza della condizione divina, e nello stesso tempo ha preso “parte alle nostre debolezze”: uomo come noi, ha vissuto in pienezza le vicende dell’esistenza umana, senza cedere al fascino della potenza, della ricchezza, dell’interesse e della glorificazione personale… Come vedremo, egli è ormai l’unico mediatore e sacerdote: non c’è bisogno di altri intermediari tra noi e il Padre (e quelli che siamo abituati a chiamare sacerdoti, sarebbe più giusto definirli “presbiteri”, preti, e non hanno quel compito di mediazione). – In conclusione – dice il v.16 – possiamo accostarci con piena fiducia al Signore Gesù per ricevere la vita sovrabbondante, il dono di amicizia e di misericordia, l’aiuto di cui abbiamo sicuramente bisogno.