14 Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, 15 e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. 16 Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. 17 Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. 18 Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.
Seleziona Pagina
1. Una prima nota molto positiva per noi: l’autore sottolinea il legame unico, la solidarietà completa che ci unisce a Cristo. A conclusione dei versetti precedenti e delle belle citazioni dalle Scritture, dice che abbiamo in comune con Lui “il sangue e la carne”; Egli “ne è divenuto partecipe”. Ha la nostra stessa origine e ci chiama fratelli. E conclude al v.18: “Proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova”. Sono grandi e benèfici i frutti di questa compartecipazione e di questa solidarietà!
2. L’opera di salvezza si è compiuta attraverso la sofferenza e la morte di Cristo (vv.10; 14-15). Io credo che Dio non ami la sofferenza e che si addolori nel vedere gli uomini soffrire. La malattia, la sofferenza e la morte fanno parte della nostra vita; in più ci sono le incredibili forme di sofferenza che gli uomini si infliggono gli uni gli altri. Gesù ha condiviso con noi tutto ciò, liberandoci dalla schiavitù del Male e perfino dal “timore della morte”. La sofferenza e la morte non sono eliminate, ma possiamo pensare che il Signore Gesù e il Padre vivano insieme a noi questi difficili momenti.
3. Cristo ha “espiato” i peccati del popolo, si dice al v.17: non significa che Egli abbia subìto un castigo per il peccato dell’uomo, ma che ha spazzato via “il peccato del mondo”, ce ne ha liberato definitivamente.