18 Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, 19 né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. 20 Non potevano infatti sopportare quest’ordine: Se anche una bestia toccherà il monte, sarà lapidata. 21Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo.
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Le manifestazioni terribili di Dio nell’episodio del vitello d’oro, evocate qui dall’autore, furono tali che i presenti “scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola”. Pensate: con questo stesso Dio noi, al contrario, vogliamo parlare ogni giorno, e siamo in dialogo con lui, sia nel segreto della camera sia nella preghiera comune, sicuri che egli vede e ascolta. – “Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo”. Questo Dio terrificante è ora per noi un Padre che ci accompagna con tenerezza materna e che si prende cura di noi suoi figli fin nelle piccole cose. L’unico aspetto di “paura” che possiamo conservare è quello che chiamiamo “timore di Dio”: quell’emozione, quel sacro rispetto, che ci viene dalla consapevolezza di chi sia il Padre amato e chi sia il nostro fratello e Signore Gesù.