32 E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti; 33 per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, 34 spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. 35 Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti.
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Giustamente dice l’autore: “Mi mancherebbe il tempo…”. Infatti dovrebbe narrare non solo le vicende dei personaggi che cita esplicitamente, ma di tanti e tanti altri: tutti coloro che hanno avuto una parte nel compiersi di questa storia di incontro e di cooperazione tra Dio e l’uomo e hanno contribuito a fare di questa nostra umanità il Regno di Dio. E dovrebbe parlare anche di noi: anche la nostra piccola storia è un tassello prezioso e insostituibile del Regno. Noi non abbiamo certo compiuto le grandi imprese citate, ma – ispirandoci ad alcune parole dei vv. 33 e 34 – possiamo dire di “aver tratto vigore dalla nostra debolezza” e piccolezza e di esserci adoperati per una società più giusta.