35 Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. 36 Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso. 37 Ancora un poco, infatti, un poco appena,e colui che deve venire, verrà e non tarderà. 38 Il mio giusto per fede vivrà; ma se cede, non porrò in lui il mio amore. 39 Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.
Ebrei 10,35-39

Al ver.35 non mi convince del tutto il termine “franchezza” che sembra indicare semplicemente un modo molto deciso e sicuro di comunicazione. Qui però il termine vorrebbe esprimere innanzi tutto un forte convincimento interiore che si traduce in una esposizione sicura e forte.
Così è il credente! Egli vive nutrito e sostenuto dal dono della fede che ha ricevuto!
Per questa profonda e vissuta accoglienza del dono della fede, al credente ”è riservata una grande ricompensa”!!
Per questo i credenti hanno “bisogno di perseveranza”!
La loro quotidiana e profonda fedeltà viene appunto espressa al ver.36 come “perseveranza”.
Il termine indica un’esistenza sempre interamente dedicata al dono ricevuto!
Una vita interamente spesa nel custodire la grazia ricevuta!
Dunque, non qualcosa da conquistare, ma qualcosa da custodire. Il dono non lo si può conquistare, ma lo si può e lo si deve custodire.
Da qui viene anche l’interpretazione del tempo! Un tempo che, essendo tutto preso dalla tensione dell’attesa, è sempre assiduamente e appassionatamente vigilante: “Egli verrà e non tarderà”!! (ver.37).
Il cristiano, che al ver.38 viene chiamato “il giusto”, vivrà di fede: “il mio giusto per fede vivrà”.
Guai quindi a cedere!
Non si deve temere!
Noi infatti, con tutti i nostri limiti, difetti e peccati, “non siamo di quelli che cedono” ma siamo persone “di fede per la salvezza della nostra anima”!
Dio ti benedica. Vogliamoci bene. Francesco e Giovanni.
“Il mio giusto per fede vivrà”: il versetto viene dal profeta Abacuc e leggo che molti codici dicono: “per la mia fedeltà”. E’ importante, è essenziale per noi che Lui sia fedele, anche se pure la nostra fedeltà è necessaria. Anche il seguito del versetto 38 non corrisponde al testo del profeta; comunque – mi sono detto – sappiamo che Dio è “lento all’ira e grande nell’amore”: sul dono della sua misericordia noi contiamo.